Escl. Migliaccio: «Atalanta-Palermo sfida ad armi pari. Diamanti? Quello vero deve venir fuori. In rosanero ricordi unici, torno spesso a Mondello e…»
Archiviato il pareggio rimediato ieri pomeriggio contro il Crotone, il Palermo è tornato subito in campo per preparare la sfida contro l’Atalanta, turno infrasettimanale valido per la 5^ giornata di campionato. Per parlare dell’incontro che andrà in scena allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia”, abbiamo intervistato Giulio Migliaccio, grande ex di Atalanta-Palermo. Il centrocampista nerazzurro, ancora oggi molto legato ai colori rosanero, ha vestito la maglia del Palermo per cinque stagioni, dal 2007 al 2012, collezionando più 150 presenze ed otto marcature. Ecco le parole di Migliaccio in esclusiva per Ilovepalermocalcio…
Giulio, che gara ti aspetti tra Atalanta e Palermo?
«Mi aspetto una partita molto combattuta. Sia il Palermo che l’Atalanta non sono partite come speravano. In quattro partite i rosanero hanno conquistato solo due punti e noi tre, che non è certamente un buon bottino per nessuna delle due squadre. Il campionato comunque è ancora lungo. Noi abbiamo cambiato allenatore rispetto alla passata stagione, quindi stiamo ancora cercando di assimilare le sue idee e speriamo di farlo quanto prima. Siamo all’inizio della stagione e la classifica è corta, ma non possiamo non considerare che in quattro gare abbiamo fatto tre sconfitte ed una sola vittoria».
Classifica alla mano Atalanta-Palermo sarà un vero e proprio scontro salvezza…
«Certo, è normale che sia così. La salvezza è l’obiettivo stagionale sia nostro che del Palermo».
Oltre te, anche Gian Piero Gasperini è un ex Palermo. Che idea ti sei fatto fin qui del nuovo tecnico nerazzurro?
«Ha un modo di lavorare totalmente nuovo. Cura molto la fase offensiva, il che ti porta a rischiare qualcosa di più in quella difensiva. Il suo curriculum parla chiaro, basti guardare quello che ha fatto a Genoa. È naturale che servirà del tempo per assimilare la sua idea di gioco. La difesa a tre non l’aveva fatta mai nessun allenatore a Bergamo, qui abbiamo anche una squadra molto giovane. Quindi una partenza così così ci può stare».
La passata stagione a Bergamo avete steso il Palermo per 3-0. Quella volta si giocava per la 15^ giornata, il Palermo arrivava dalla delusione in Tim Cup contro l’Alessandria e dal caos che ne seguì. Cosa è cambiato rispetto alla passata stagione?
«Beh l’anno scorso c’è andato tutto bene, a parte la mia prima espulsione in carriera, per giunta da record e contro la mia grande ex squadra (ride, ndr). Adesso è cambiato tutto su entrambi i fronti, dalle due panchine agli uomini in campo. Sarà una partita totalmente diversa, con entrambe le squadre che vorranno far punti. Noi vogliamo costruire la nostra salvezza, che sia in casa o in trasferta e speriamo di tornare a far punti già contro il Palermo».
Quindi quest’anno sarà un match più equilibrato…
«Sì. All’inizio della stagione i valori non sono così differenti e spesso le squadre si equivalgono, a seconda anche della preparazione che si è svolta. Poi dopo sette o otto giornate verranno fuori le squadre che hanno lavorato meglio e quelle che hanno gli organici più forti. Sarà una partita alla pari».
C’è qualcuno o qualcosa di questo Palermo che temete di più?
«Ho sempre paura degli ex, quindi di Diamanti che è anche un mio carissimo amico. Poi c’è sicuramente da temere la rabbia del gruppo rosanero. Giocando ogni tre giorni c’è chi ha recuperato meglio e chi meno. Noi però pensiamo solamente a noi stessi e guardiamo in casa nostra, anche in virtù degli errori commessi ieri a Cagliari».
Come hai già accennato tu, i rosanero hanno adesso una nuova guida tecnica. Hai avuto modo di vedere giocare il Palermo di De Zerbi?
«Ho visto la partita contro il Napoli anche se lui era squalificato e comunque affrontare i partenopei è difficile per tutti. Di De Zerbi ho sentito parlare bene e quando uno è bravo lo è a prescindere dalla categoria. Siamo quasi coetanei e lui già allena mentre io ancora gioco. So che è molto preparato, oltre che innovativo, e gli faccio un grosso in bocca al lupo perché io sono sempre dalla parte dei giovani. Sono contento che De Zerbi sia arrivato in serie A dopo pochi anni di gavetta. Scelta azzardata puntare su di lui dopo Ballardini? Lo potrà dire solo il tempo, è tutto legato ai risultati. Se le cose all’interno non vanno, è giusto interrompere i rapporti, anche perché a risentirne di più è la squadra».
Che rapporto avevi con Maurizio Zamparini a Palermo?
«È il mio grande ex presidente, avevamo un rapporto fantastico. Nei cinque anni in cui sono stato a Palermo mi ha fatto sentire benissimo. Ho dato tanto al club rosanero ed ho ricevuto altrettanto, sia dai tifosi che da Zamparini. Sono stato tanto bene lì, la mia carriera in serie A è stata tutta tra Bergamo ed il capoluogo siciliano, a parte la parentesi di un anno a Firenze, ed oggi sono vicino alle 300 presenze nella massima serie italiana. Sono sincero, le mie esperienze più grandi le ho vissute in queste due squadre e sono legatissimo ad entrambe. L’affetto che ricevo tutt’ora è enorme».
A questo proposito, tu che sei stato a Palermo 5 anni, hai indossato anche la fascia da capitano e sei uno degli ex che viene sempre ricordato con affetto dai tifosi rosanero che cosa provi quando giochi da avversario?
«I primi anni è stato parecchio impegnativo, incideva molto l’aspetto emotivo. Adesso sono un giocatore più esperto e maturo, oltre al fatto che sono già passati cinque anni dal mio addio al Palermo. Bisogna poi considerare che di quel Palermo non è rimasto più nessuno, a parte Morganella e Andelkovic che comunque ai miei tempi erano in prestito. In rosanero ne ho visti passare tanti e devo ammettere che fa ancora uno strano effetto giocare da avversario».
Al di là delle trasferte, ti capita mai di tornare a Palermo?
«Sì, lì ho lasciato anche tanti amici. Quando torno in Sicilia vado sempre a mangiare a Bagheria, poi a Palermo c’è anche il mio dentista. Appena posso vengo giù a trovarli, vado anche a mare con la mia famiglia. Mondello? Essendo di Napoli mi manca il mare e quando posso mi prendo una vacanza, ma a Bergamo vivo benissimo. La proprietà è molto organizzata e ambiziosa e cercherò sempre di portare più in alto possibile i colori nerazzurri. Proprio come ho fatto a Palermo. La professionalità non mi è mai mancata».
Tornando alla partita, scenderai in campo contro il Palermo?
«In quattro partite non ho giocato neanche un minuto quest’anno, ma sono a disposizione del mister e del gruppo. Sto bene, ma prima di tutto per me viene il bene della squadra».
A proposito di condizione, tu che conosci bene Diamanti, pensi che non sia ancora al top?
«Penso che sia normale. Anche io ho fatto un ritiro intero ma non ho mai giocato una partita quindi la condizione non può essere ottimale, serve il ritmo gara. “Alino” ha svolto una preparazione approssimativa ed ha solo due partite sulle gambe, ma riesce a sopperire con tanta generosità. Il vero Diamanti deve ancora venire fuori e darà una grossissima mano al Palermo».
Cosa pensi della cessione del Palermo da parte di Maurizio Zamparini?
«Evidentemente è stanco per diversi motivi. Ha dato tantissimo al Palermo, ma continuare senza i giusti stimoli e senza le ambizioni che merita la piazza rosanero è controproducente. Sia per la squadra che per la città. Non so se sia giusto o meno lasciare, i numeri sono tutti dalla sua parte. Ma la città merita la serie A ed è giusto che ci resti, che sia con Zamparini o con un altro presidente. I palermitani devono dirgli grazie, ma anche lui deve ringraziarli. Quando ero a Palermo ricordo che c’erano circa 20 mila abbonati ed al “Barbera” si contavano 30 mila persone, già durante il riscaldamento trovavamo sugli spalti 10 mila tifosi ad attenderci».
Qual è il tuo ricordo più bello in rosanero?
«Ce ne sono tantissimi. Non dimenticherò mai il gol dell’1-0 segnato nella semifinale di Coppa Italia contro il Milan, quando ero marcato da Thiago Silva. Mi viene la pelle d’oca se ci penso, grazie a quel gol lì siamo andati in finale. Poi anche la rete siglata al “Barbera” contro la Juventus, quando abbiamo vinto 2-1. Ma il ricordo più bello in assoluto sono stati i cinque anni da protagonista, a parte quelle quattro cinque panchine con Ballardini. Volevano cedermi, ma non potevo andar via da Palermo dopo quello che avevo fatto ed anche il mister si è ricreduto su di me. Ricordo con piacere anche le sconfitte, mi hanno insegnato a crescere. Fascia da capitano? Si è capitani anche senza fascia. Insieme a Miccoli e Balzaretti eravamo molto stimati dagli altri compagni. Chi sento ancora di quel Palermo? Sirigu, Liverani, Miccoli, Balzaretti e Budan su tutti. Era una squadra fatta da tanti uomini prima che da tanti calciatori».
Cosa pensi di Alessandro Diamanti capitano del Palermo sin dall’esordio?
«Non gli manca la personalità, ma ha bisogno anche di una spalla. Penso che De Zerbi l’abbia voluto responsabilizzare ancora di più».
Ringraziamo Giulio Migliaccio e l’ufficio stampa dell’Atalanta Bergamasca Calcio per la disponibilità.