Dopo la vittoria ottenuta per 2-0 contro la Casertana, il Palermo, domenica, affronterà in trasferta la Vibonese. La sfida non sarà semplice perché i calabresi, tra le mura amiche, hanno subito solamente due sconfitte e nell’ultimo turno hanno strappato un pareggio per 0-0 in casa del Bari. A difendere i pali dei “Leoni” ci sarà Leonardo Marson, che dalla stagione 2014/2015 al 2016/2017 ha indossato, prima, la maglia del Palermo Primavera e, poi, fatto parte della prima squadra nel ruolo di terzo portiere. In vista del match la nostra redazione ha intervistato l’estremo difensore. Queste le sue dichiarazioni:
Domenica sarà la sua prima volta da ex contro il Palermo. Che sensazioni prova?
«Molto particolari. Per me il Palermo ha rappresentato una parte importante della mia carriera, ma anche della mia vita personale perché sono fidanzato da 5 anni con una ragazza palermitana. La città per me vuol dire tanto, quando posso vengo giù, anche in estate. Mi sono sempre trovato bene, sarà una sensazione particolare. Una volta in campo, però, passerà tutto in secondo piano, azzererò tutto».
Questo è il suo primo alla Vibonese, qui ha ritrovato Plescia e Ambro con i quali ha vissuto alcune stagioni nel settore giovanile del Palermo. Ricordate mai qualche momento?
«Spesso ci capita che vengano fuori aneddoti e ricordi di momenti di quando eravamo nel settore giovanile. Con gli Allievi e con la Primavera ci siamo tolti tante soddisfazioni, capita spesso di pensare ai bei momenti».
In cosa è cambiato Marson rispetto a quando era nel settore giovanile del Palermo?
«Rispetto al primo anno da terzo partire del Palermo ho acquisito molta più sicurezza in me stesso e personalità. Credo che, avendo giocando qualche campionato di Serie C, sia normale. Sicuramente sono migliorato nella consapevolezza dei miei mezzi».
Lei parlava dei campionati giocati in Serie C. Ha giocato nel Girone A e B, questa è la sua prima stagione nel Girone C. Che differenze sta riscontrando?
«Sinceramente avrei preferito disputare questo girone con gli stadi pieni, anche per capire la differenza a livello ambientale. Lo scorso anno a Cesena avevamo sempre 10 o 11 mila tifosi allo stadio, con un determinato tipo di atmosfera. Avrei voluto affrontare le trasferte con le bolgie dei tifosi, proprio per fare una valutazione. Parlando del girone, però, in questa stagione ha un livello altissimo, sia per blasone che qualità».
L’obiettivo della Vibonese, avendo allestito una squadra molto giovane, era una salvezza tranquilla. Ora siete ad un punto dal Palermo che occupa il decimo posto (l’ultimo per entrare nei play off). Vi sentite un po’ una sorpresa del campionato?
«Penso che, per parlare di sorpresa, sia ancora un po’ presto. Dobbiamo tenere bene a mente il nostro obiettivo principale, cioè raggiungere la salvezza il prima possibile. Una volta raggiunta proveremo a fare qualcosa in più. Siamo una squadra giovane e ambiziosa, non abbiamo mai paura. Non partiamo mai battuti. Contro la Ternana abbiamo perso 2-3 negli ultimi minuti, abbiamo pareggiato 2-2 in casa del Teramo, dove nessuno aveva fatto punti, abbiamo pareggiato a Bari. Siamo una squadra difficile da affrontare che va in campo consapevole dei propri mezzi. Ovunque andiamo cerchiamo di fare la nostra partita».
Voi avete già affrontato la Ternana, che, come diceva lei, vi ha sconfitti per 2-3. Crede sia la vera candidata per la promozione diretta?
«Mancano più di 20 partite alla fine del campionato, vanno considerati diversi fattori. In questo momento la Ternana ha una marcia in più. Io non darei tutto per fatto, perché nel calcio un singolo episodio può cambiare tutto».
Il Palermo ha avuto delle difficoltà ad inizio campionato, poi, piano piano, si rimesso in corsa. Crede possa arrivare almeno tra le prime 4?
«Questo rientra nel discorso fatto per la Ternana. Dipende da tanti fattori. Ti dico che è la Serie C è un campionato particolare, soprattutto in questa stagione si può perdere e pareggiare con tutti se non si fa una prestazione al 100%. Ho vissuto questa sensazione a Cesena, posso capire quello che provano i giocatori perché sono grandi piazze, molto esigenti. In questo campionato puoi trovare delle difficoltà. Il Palermo, guardando la qualità della rosa, può stare tra le prime cinque».
Chi teme maggiormente dei rosanero per domenica?
«Il Palermo ha grande qualità, inutile nasconderlo. Non ti voglio indicare un nome in particolare perché, secondo me, sarebbe comunque ingiusto nei confronti di tutti gli altri. La qualità della rosa è alta, il Palermo è pericoloso e noi lavoreremo per farci trovare pronti».
Lei ha iniziato il campionato da “spettatore”, poi è riuscito a trovare spazio e sta avendo continuità. Come ha vissuto quei giorni?
«Diciamo che, come al solito, sono arrivato gli ultimi giorni di mercato. Questo non mi ha aiutato, però mi sono messo a lavorare con umiltà e grande voglia dal primo giorno. Ho aspettato in silenzio la mia possibilità, che è arrivata e voglio cogliere fino in fondo».
Anche la Vibonese ha avuto delle difficoltà per via del Covid. Lei come ha vissuto quei momenti?
«Sono momenti che ti spiazzano. Cerchiamo, come tutte le altre squadre, di fare il massimo dell’attenzione durante la settimana. A volte non puoi fare nulla, sono cose che succedono, poi dentro lo spogliatoio è difficile contenere la cosa. Finché non vivi certe situazioni in prima persona fai fatica a capire, quando li vivi capisci che sono momenti difficili. Anche un semplice allenamento diventa la cosa più difficile da organizzare».
C’è mai stata la possibilità di tornare a Palermo?
«Palermo per ha rappresentato e rappresenta una parte importante della mia vita. Mai dire mai, non mi dispiacerebbe. Ho avuto un grande rimpianto: quando ero a Palermo non sono riuscito a fare l’esordio in Serie A, per motivi che preferisco evitare di spingere. Da quando sono andato via possibilità concrete non ce ne sono state, magari qualche chiacchierata».
Il sogno è Palermo in Serie B e Marson a difendere i pali?
«Non sarebbe male, ma al momento sono concentrato sulla Vibonese. Voglio fare bene qui a livello di squadra e, poi, anche a dimostrare partita dopo partita il mio valore».