Mancano due gare alla fine di questo campionato. Domenica il Palermo di Ballardini sarà impegnato sul campo della Fiorentina. Ai rosanero servono i tre punti per continuare ad alimentare i sogni salvezza e di fronte si troveranno un avversario appagato dalla posizione in classifica. Della partita di domenica, delle speranze salvezza e di molto altro ancora ne abbiamo parlato con Alberto Malusci. Ecco le parole dell’ex difensore della Fiorentina raccolte in esclusiva dalla redazione di Ilovepalermocalcio.
Domenica il Palermo sarà ospite della Fiorentina. Visto che i viola sono già certi di un posto nella prossima Europa League e non hanno più nulla da chiedere a questo campionato, che squadra devono attendersi Gilardino e compagni?
«Sinceramente quando si arriva in questi momenti del campionato sono le motivazioni a fare la differenza e domenica credo che il Palermo ne abbia più della Fiorentina. I viola faranno la loro partita onesta, ma a livello mentale non c’è da aspettarsi una squadra agguerrita».
Secondo te il Palermo si è svegliato troppo tardi per raggiungere la salvezza?
«Io credo che l’annata sia stata molto particolare. L’errore principale è stato mandare via Iachini dopo la vittoria sul Chievo. Non si può mandare via un allenatore dopo aver vinto, credo sia un caso più unico che raro. Da questo esonero è partito tutto, se ci fosse stato ancora lui in panchina il Palermo non si sarebbe trovato a questo punto. Spero vivamente che i rosanero riescano a salvarsi».
Credi che le colpe di quest’annata un po’ maledetta siano da imputare alle scelte di Zamparini?
«Zamparini essendo un uomo di calcio sa bene che quando si cambiano troppi allenatori si può incappare in queste annate. Mi dispiace perché ritengo il presidente un uomo competente di calcio (ridendo dice che sicuramente i tifosi rosanero non saranno d’accordo con lui, ndr), ha sempre trovato giocatori all’altezza. Gli errori probabilmente nascono dalla campagna acquisti estiva e magari i soldi ricevuti per le cessioni eccellenti avrebbe dovuto investirli in maniera diversa. Ritengo che in tutti questi anni in cui è stato alla guida della società rosanero non gli si possa rimproverare quasi nulla, non è facile trovare ogni annata dei nuovi Dybala, Cavani o Pastore. Devo dire anche che da parte della città c’è sempre stato un ritorno, Palermo deve tanto a Zamparini ma anche il presidente deve tanto alla città e alla tifoseria».
Visto che abbiamo parlato di salvezza tra Palermo, Carpi e Udinese, chi credi possa avere più chance di restare in serie A?
«Con il calendario che si ritrovano la partita decisiva per tutti potrebbe essere all’ultima giornata tra Udinese e Carpi. Il Palermo deve giocare con squadre che ormai hanno poco da dire al campionato, se riuscisse a fare 6 punti credo non ci siano problemi».
In questi giorni si parla tanto del rinnovo di Paulo Sousa. Rimarrà anche la prossima stagione in sella alla Fiorentina?
«Io parlo da esterno osservando la situazione da fuori: secondo me non c’è un rapporto idilliaco tra le due parti perché Sousa credo che voglia delle garanzie per l’anno prossimo. Quando è approdato a Firenze gli hanno venduto il miglior “pezzo” della difesa che era Savic, quindi a questo punto credo voglia delle sicurezze per avere una rosa competitiva e affrontare al meglio il prossimo campionato. Se non avrà queste lui andrà via e sarebbe un peccato perché è l’allenatore ideale per una piazza come Firenze».
Quindi alla Fiorentina è mancata una rosa adeguata per arrivare a giocarsi un posto in Champions League?
«Secondo me si. Sino ad oggi Sousa ha contato solo su 15/16 giocatori e sinceramente sono pochi, specie quanto hai impegni ravvicinati. Poi vedo altre squadre tipo la Juve che si può permettere di lasciare fuori i vari Zaza o Cuadrado, mentre la Fiorentina se mancano Rodriguez, Borja Valero o Kalinic fa fatica».
Ieri Luca Toni, ex di Palermo e Fiorentina, ha annunciato il suo ritiro dal mondo del calcio. Un pensiero su di lui?
«E’ stato un grande attaccante. Un bomber di razza e un trascinatore in tutte le piazze dove ha giocato. Io non lo conosco personalmente, ma un attaccante così trascina gli altri sia a livello caratteriale che di prestazione. Il campionato italiano perde un grande giocatore».
Per un giocatore che appende le scarpe al chiodo, un altro, parlando di Gilardino, che dichiara di voler arrivare a 200 gol. Traguardo possibile per il numero 11 rosanero?
«Secondo me è un traguardo che può raggiungere. Stimo Alberto come uomo e come calciatore quindi glielo auguro, magari con la maglia rosanero».
Dopo aver smesso con il calcio giocato ti sei dedicato ai più piccoli aprendo una scuola calcio. In Italia spesso si fa fatica a fare emerge giovani talenti nostrani, secondo te perché?
«Bella domanda. Ti posso rispondere che a me piaceva di più il calcio quando lo praticavo a livello giovanile. Eravamo tutti italiani e le società investivano sul settore giovanile. Ci vuole italianità perché altrimenti poi perdiamo punti di riferimento anche in Nazionale. Non si può pescare sempre prendendo gli stranieri e puntando a farli naturalizzare. Io sono italiano e vorrei che si puntasse di più sui nostri giovani, ce ne sono molti di ragazzi bravi ma senza lasciarli in balia di sé stessi soprattutto dandogli il tempo anche di sbagliare. Dalla squadra primavera bisogna avere il coraggio di rischiarli in prima squadra, ha poco senso mandarli in prestito in Lega Pro o in Serie D dove hanno poche opportunità di mettersi in mostra e chiaramente una società in quel caso preferisce far giocare un proprio giocatore piuttosto che uno in prestito».