Fabio Lupo, è stato il direttore sportivo del Palermo nel 2017 ed è rimasto sicuramente nella mente dei tifosi rosanero, visto che si è sempre distinto per i toni pacati e per alcune intuizioni di mercato, come per esempio quelle legate al mercato polacco. La nostra redazione, lo ha raggiunto in esclusiva per un intervista nella quale ha trattato diversi temi. Questi giorni di lockdown, il ds, oggi al Venezia, li ha passati così: «Io ho passato una “sessantina”, perché in realtà ho passato 60 giorni da solo a Venezia non potendo rientrare a Pescara. Il lavoro però c’è sempre e le giornate poi sono scorse via bene. Adesso sono rientrato a Pescara e in base ai prossimi provvedimenti tornerò in laguna». Direttore, partiamo subito, si tornerà a giocare secondo lei? «Serie B e serie A faranno di tutto per tornare a giocare. La massima serie in particolare che ha anche le potenzialità economiche e organizzative per poter riprendere. La serie B ha sicuramente la grande volontà di riprendere il campionato ma obiettivamente ci sono delle difficoltà economiche e strutturali se si dovesse dare adempimento al protocollo previsto dalla federazione in collaborazione con il comitato tecnico scientifico del ministero della salute dello sport. Per la serie B non sarà semplicissimo ma faremo di tutto per riprendere». Il protocollo è stato oggetto di polemiche «Sicuramente è un onere economico pesantissimo parliamo di una spesa in più di 7-800 mila euro per un club di serie B per poter sostenere questo protocollo, anche se adesso aspettiamo quello definitivo. Non c’è solo un problema economico ma anche di attuabilità, noi a Venezia, così’ come qualsiasi altro club, dovremmo reperire un albergo con almeno 50-60 camere dove possono stare dentro giocatori staff e quant’altro. C’è anche il problema dei centri sportivi, non tutte le società ne hanno uno. Io porrei anche un problema psicologico perché secondo me è stato sottovalutato: pensare che un gruppo di 50-60 persone possa convivere per quasi 60 giorni senza aperture all’esterno stando costantemente in clausura sotto il profilo psicologico credo che possa diventare un peso quasi insostenibile. Però come ho detto prima faremo tutto il possibile per rimettere in modo la macchina dei campionati». Porte chiuse, quanto influirà? «Si, obiettivamente è molto triste giocare a porte chiuse per questo tipo di ragione qui. Ci può stare durante un’annata di giocare una partita a porte chiuse magari perché lo ha deciso il giudice sportivo, lo accetti serenamente perché sai che è conseguenza magari di un comportamento non corretto della società o dei tifosi. Sapere che quel silenzio però dipende da una situazione così grave pesa moltissimo sull’atmosfera della partita. Noi abbiamo giocato a porte chiuse in casa con Cosenza e Crotone ed è stato veramente surreale giocare in quelle condizioni li. Pensare di farlo su tutti i campi di A e B è molto triste. L’apposto del pubblico ha una sua valenza, è indubbio, ma mi sembra l’aspetto minore rispetto alla situazione di tragedia che si respira in quegli stadi chiusi». Riforma dei campionati, direttore cosa c’è di vero? «Ma da quanto ha detto anche Ghirelli, l’ipotesi di una serie B a 40 squadra mi sembra un’ipotesi neanche fantascientifica. In questa ipotesi non c’è nulla di positivo, sarebbe un colpo al cuore a livello della qualità dei campionati. Chi ha pensato questa ipotesi sicuramente non ha brillato per intelligenza a mio modesto parere. Certamente questa può essere l’occasione per una riforma che vada a consentire una migliore sostenibilità del sistema, questo si. Una riforma va fatta, anche e soprattuto per quanto riguarda la serie C. Ma secondo me la serie C può essere riformata attraverso una rivisitazione dell’aspetto fiscale e di quello amministrativo, riducendo l’area professionistica ma alzandone la qualità». Sarà un calciomercato diverso «Sicuramente il prossimo calciomercato sarà con minore liquidità questo è scontato. Chi era più ricco prima comunque lo sarà anche nel prossimo mercato. Ci sarà una riduzione delle valutazioni dei calciatori e questo mi sembra positivo perché negli ultimi anni ho sentito delle valutazioni spropositate. Ho sentito numeri che non hanno ragione di estistere. Sicuramente la mancanza di disponibilità economica indurrà le società ad operare con prestiti e operazioni a titolo gratuito. Immagino questo tipo di mercato». Il nuovo progetto del Palermo le piace? «Io credo che fin dall’inizio è stata allestita una squadra che poteva e doveva vincere il campionato di serie D. Sta rispettando il pronostico, è più facile a dirsi che a farsi vincere ovviamente. Anche se prendi i migliori giocatori sul mercato e il miglior tecnico poi vincere non è mai semplice. In questo sono stati aiutati da un pubblico meraviglioso, quello palermitano, che immediatamente si è riversato al Barbera per aiutare la squadra in maniera commovente. Mi auguro che il Palermo possa tornare ben presto in B e in A, campionati che competono a questa straordinaria società». I rosanero sono ripartiti dai giovani, quanto conta il settore giovanile? «Io credo moltissimo nel settore giovanili e nelle squadre giovani. Ovunque sono andato ci ho sempre creduto moltissimo. Bisogna tornare a lavorare meglio e più approfonditamente sui settori giovanili, quello è il percorso che il nostro sistema deve iniziare a tenere in considerazione se vuole tornare competitivo a livello internazionale. Io credo che la competitività del calcio nazionale passi attraverso una rivalutazione dei settori giovanili». Adesso il Palermo vuole un organico che possa subito puntare alla B «C’è già una buona base nell’organico del Palermo in grado di ben figurare in C. Una società come il Palermo deve pensare a quello che è accaduto ad esempio a Venezia o a Bari. Deve prendere giocatori che potenzialmente siano già da B per assicurarsi una promozione il prima possibile. Questi però sono consigli che mi permetto di dare così, ma non ce n’è bisogno perché Renzo Castagnini sa benissimo cosa dovrà fare e sono convinto che allestirà una squadra degna del nome, della tradizione e del pubblico palermitano». Che ricordi le ha lasciato l’esperienza in Sicilia? «Io ho tantissimi ricordi di Palermo. Lo porto nel cuore al di là dell’aspetto sportivo. La sua città, i suoi tifosi, i suoi odori e la sua storia: Palermo ti fa innamorare. Non c’è un ricordo particolare, sicuramente il pensiero di quando mi alzavo la mattina all’addaura e vedo quel mare straordinario: me lo portero sempre nel cuore». In basso il video dell’intervista.