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Escl. Longo presenta Palermo-Como: «Io in rosanero? Ecco la verità. Vi dico chi va in A»

Ex tecnico di Como e Frosinone, Moreno Longo è stato, nella prima parte di stagione, allenatore proprio del club lombardo. Il tecnico si è espresso ai microfoni di ilovepalermocalcio.com non solo per parlare della prossima sfida, decisiva nella lotta promozione, tra Palermo e Como ma anche per affrontare diverse tematiche sul campionato di Serie B.

Di seguito le sue parole:

La sfida tra Palermo e Como è a tutti gli effetti uno scontro diretto tra due squadre che ambiscono al salto di categoria. Che gara si aspetta?

«Sicuramente sarà una gara spettacolare. Si affrontano due squadre costruite per raggiungere la Serie A. E’ una gara di cartello che verrà affrontata tra squadre in ottima salute anche alla luce degli ultimi risultati».

In questa stagione lei ha iniziato sulla panchina del Como prima della decisione del club di esonerarla, nonostante i risultati e la classifica fosse positiva. Si aspettava questa decisione da parte del club?

«Sicuramente non me lo potevo aspettare, perché le cose stavano andando molto bene. Quindi è stato inaspettato. Credo che a noi sia toccato il compito più difficile, cioè quello di aver dovuto amalgamare 13 giocatori nuovi in estate. Aver iniziato dovendo creare un gruppo con un ritiro, una preparazione. Sono del parere che quello è stato il momento più difficile che avevamo, secondo me, superato nel migliore dei modi poi abbiamo dovuto prendere atto di questa scelta della società. Detto questo, la squadra è una squadra che a noi è dispiaciuto lasciare perché si era creato un gruppo molto coeso all’interno dello spogliatoio. Ciò ci ha dato la sensazione che potevamo vincere e quindi il nostro dispiacere è stato proprio il dover lasciare un lavoro dove eravamo convinti di poter realmente arrivare in fondo e vincere questo campionato. Oggi credo che il Como sia una squadra che con il mercato di gennaio è diventata, a tutti gli effetti, la squadra da battere. Una squadra che può permettersi di mettere dentro gente del calibro di Strefezza o Goldaniga ma anche i calciatori internazionali che hanno preso, credo che sia diventata ad oggi la squadra da battere».

Più volte, negli scorsi mesi, il suo nome era stato accostato alla panchina del Palermo. C’è mai stato un contatto con la società e, soprattutto, le avrebbe fatto piacere allenare il club rosanero?

«In questi mesi fortunatamente ci sono state diverse situazioni che potevano concretizzarsi. Io credo che Palermo sarebbe stata per me una grandissima opportunità e mi avrebbe fatto davvero molto piacere venire. Reputo Palermo una piazza eccezionale per poter far calcio con una tifoseria fantastica. Sicuramente sarebbe stata per me una grandissima opportunità che avrei colto con moltissimo entusiasmo».

Guardando le partite dei rosanero, cosa ne pensa del lavoro di Corini e soprattutto, il tecnico di Bagnolo Mella, dove può realmente portare il club rosanero?

«Io credo che Corini sia un ottimo tecnico. Sono molto felice per lui che abbia avuto la forza e le capacità per poter superare un momento difficile. Purtroppo nelle stagioni i momenti difficili ci sono e secondo me il Palermo ha fatto un’ottima scelta nel tenere un allenatore che ha saputo trovare delle soluzioni per far rendere sempre meglio il Palermo. Ad oggi credo che i rosanero, oltre agli ottimi risultati maturati, stia giocando anche un buonissimo calcio. Credo che abbia intrapreso una strada positiva e naturalmente il difficile arriva adesso. La continuità di queste prestazioni non è per nulla scontata».

Qual è la chiave per venir fuori dai momenti difficili, soprattutto in un campionato decisamente complicato come quello di Serie B?

«Secondo me serve compattezza tra tutte le componenti. Parlo di club, tifoseria, stampa, giocatori, staff tecnico. Credo che gli ambienti dove si crea una forte unità di intenti permette alla fine di superare i momenti complicati che ci sono e ci saranno per tutte le squadre. L’ambiente più coeso secondo me in tutte le componenti, come del resto ha fatto il Palermo nel suo momento delicato, può fare la differenza ».

Guardando l’andamento del Parma da inizio stagione ad oggi, si aspettava un cammino del genere da parte degli uomini di Pecchia?

«Assolutamente sì, per più motivi. Sicuramente, per me, il Parma ha una rosa ben attrezzata. Hanno programmato, perché è un club che due anni fa aveva fatto un pò di fatica ma aveva gettato le basi, lo scorso anno invece sono entrati nei play-off e hanno avuto la forza di non cambiare allenatore dando continuità e di migliorare mettendo dentro qualche tassello, ad oggi è una squadra diventata competitiva. Un pò come fece il Frosinone in cui, nelle due stagioni precedenti di Grosso, sono state due stagioni altalenanti senza neanche passare per i play-off ma hanno avuto la bravura e fortuna di dare una nuova opportunità a Fabio costruendo una macchina che ha raggiunto poi la Serie A».

Cremonese, Como e Palermo sono state le tre squadre che più si sono rinforzate nel mercato di gennaio. Qual è, secondo lei, la rosa più attrezzata per raggiungere la promozione?

«Io credo che la squadra da battere in B sia, appunto, il Como. E’ una squadra che ha fatto un mercato di gennaio prendendo dei calciatori di categoria superiore e penso che, ad oggi, sia più forte anche del Parma. Quindi credo che oggi sia quella da battere, poi Parma, Cremonese e Palermo si giocheranno gli altri posti. Poi è chiaro che i punti di vantaggio che adesso ha il Parma gli permettono di essere più avanti delle altre ma, dietro alla squadra di Pecchia, il Como è la favorita per il secondo posto o comunque per rientrare tra i primi due. Gli altri dovranno lottare con il club lombardo per giocarsi uno spazio».

Guardando la stagione, ad oggi decisamente negativa, da parte della Sampdoria di Pirlo. Secondo lei esiste il rischio che la squadra possa peggiorare la propria situazione di classifica?

«Io dico che purtroppo, quando ci sono delle problematiche ambientali, societarie questo può riversarsi anche sul campo. Oggi la Sampdoria non deve far pensare al club come blasone ma è una squadra che sicuramente può raggiungere altre posizioni salvandosi con tranquillità. Però non bisogna farsi prendere dal blasone o dal nome, ed è per me è in una stagione di transizione. Deve consolidarsi, ripartire e ricostruire bene per tornare a poter ambire a traguardi che gli competono per la piazza che è e per il blasone».

Come per la Sampdoria, anche il Bari non sta affrontando un periodo felice. Con l’arrivo dell’ex rosa Iachini alla guida tecnica, che si è presentato con una netta vittoria, secondo lei la squadra potrebbe cambiare marcia per proiettarsi nuovamente a obiettivi di classifica più importanti?

«Sicuramente Iachini è un tecnico esperto che per il curriculum che ha non ha bisogno di presentazioni in cadetteria. Credo che abbiano fatto una buona scelta. Adesso naturalmente, come sempre, sarà il campo a parlare per le scelte fatte ma credo che abbiano messo dentro un tecnico di grande esperienza per cercare di ricollocare il club nelle posizioni alte, perchè parliamo di un’altra grandissima piazza di questo campionato di Serie B».

Qual è la squadra che più l’ha impressionata da inizio stagione e qual è la chiave per raggiungere la promozione in un percorso difficile e altalenante come la Serie B?

«Per qualità di gioco il Catanzaro. Credo che abbia espresso una qualità di gioco veramente alta. Hanno creato un meccanismo a tratti perfetto che fa si che tutti rendano al meglio. Credo che, come sempre, la differenza in B la faccia la continuità, l’essere continuo anche nei momenti in cui sembra che le cose non vadano per nulla bene. Tutte le squadre, chi più chi meno, attraversano momenti delicati quindi è importante il non disunirsi nei momenti difficili, ciò ha sempre fatto la differenza e continuerà a farla. Chi sarà più continuo in questi ultimi mesi farà la differenza perché a volte dove non riesci a vincere diventa importante non perdere, perché sono punti che alla fine, per l’equilibrio che c’è in Serie B, posso far pendere la bilancia da una parte e dall’altra».

 

Published by
Rosario Di Stefano