Escl. Lazaar: «A Cosenza non sarà una passeggiata. Futuro? Vorrei tornare in A con il Palermo e andare al Mondiale»

«Domenica per il Palermo non sarà facile. Il Cosenza si sta giocando la permanenza in Serie B e storicamente questa squadra e la sua piazza non mollano mai. Per i rosanero non sarà di certo una passeggiata, anzi considero l’impegno di domenica tra i più difficili per loro in questo momento della stagione». Queste le riflessioni ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com di Achraf Lazaar, doppio ex di Cosenza e Palermo, protagoniste della sfida di domenica allo stadio Comunale San Vito-Gigi Marulla.

Cosa si porta dietro delle esperienze vissute a Palermo prima e Cosenza poi?

«Il mio nome nel calcio si è diffuso soprattutto grazie a quello che ho fatto con la maglia rosanero. Per questo porto Palermo nel cuore e la considero casa mia. Quella di Cosenza è stata un’esperienza interessante, nella quale ho vissuto il gruppo squadra come una vera famiglia. Ricordo l’ottimo rapporto con la tifoseria e i momenti particolari vissuti anche per via del Covid. Oggi sono in contatto con il presidente e sono tanti i tifosi che mi chiedono di tornare a vestire quella maglia».

Dionisi domenica è stato fischiato. Può rappresentare il capolinea della sua esperienza?

«Se non porti i risultati in una piazza importante come Palermo, puoi aspettarti di ricevere dei fischi. Dionisi non è uno sprovveduto e ha le capacità per gestire al meglio lo spogliatoio, però il malcontento dei tifosi è plausibile. Palermo è una piazza che non dovrebbe stare in Serie B».

È mai stato vicino concretamente a tornare a Palermo?

«La mia disponibilità c’è stata e ho fatto fin da subito presente che la mia sarebbe stata una scelta dettata dal cuore e non dai soldi. Avevo un’offerta dal campionato arabo ma la mia voglia era di tornare per aiutare il Palermo e dimostrare nuovamente il mio valore. I dirigenti del Palermo con i quali parlai però avevano idee diverse e così accettai l’offerta proveniente dall’Arabia».

Cosa pensa della vicenda Vazquez-Dorval e delle accuse di razzismo mosse al giocatore argentino?

«Franco lo hanno sempre definito “El Mudo” e non semplicemente a caso. Lo conosco molto bene e stiamo parlando di una persona speciale, un ragazzo d’oro. Non credo abbia potuto dire quel genere di cose. In campo parla molto in spagnolo e magari alcune sue parole possono essere state fraintese. Mi sento di escludere il fatto che Vazquez possa essere razzista».

Secondo lei chi la spunterà nella corsa alla massima serie?

«Sassuolo e Pisa sono ormai in volata. Per il terzo posto disponibile vedo bene la Cremonese. Anche lo Spezia sta facendo bene ma i lombardi, a mio avviso, possono avere qualcosa in più. Palermo? La piazza merita una promozione diretta e non attraverso i play-off. È la mia squadra del cuore e spero possa centrare l’obiettivo nella prossima stagione».

A quale big è stato realmente vicino?

«Quando giocavo in Serie A con il Palermo si interessarono a me, nel mercato di gennaio, il Monaco e la Juventus. Zamparini rifiutò un’offerta di circa quindici milioni di euro dei francesi perché mi avrebbe voluto cedere al termine della stagione ai bianconeri. Accettai la sua scelta ma nei mesi successivi la mia testa tornava ogni tanto a quel treno sul quale non ero salito a gennaio e così anche il mio rendimento ne risentì. A giugno poi si presentò la Fiorentina ma il Newcastle superò la concorrenza e così mi trasferii in Inghilterra».

Cosa c’è nel suo futuro?

«Adesso mi sto allenando in attesa dell’offerta giusta. Sto bene fisicamente e a trentatré anni sento di poter ancora dare tanto al mondo del calcio. Sono tornato dall’Australia soprattutto per ragioni familiari, anche se ringrazio il club che mi ha corteggiato e mi avrebbe anche voluto eleggere capitano. Ho già una mezza parola con la mia Nazionale per disputare il Mondiale del 2026 e non nascondo che a giugno mi piacerebbe tornare al Palermo. Metterei questa squadra davanti a ogni altra. Il mio sogno sarebbe approdare al Mondiale dopo aver riportato i rosanero nella categoria che meritano».