Sembra di essere tornati ad un anno fa: il Palermo perde ad Empoli e Zamparini, per correre ai ripari, ordina ai suoi il ritiro. Sta accadendo la stessa cosa in questo campionato, dopo la sconfitta contro la Roma il patron rosanero ha deciso di serrare le fila e rimandare tutti in ritiro. C’è da lavorare per uscire da questa serie negativa. Lo sa bene anche Massimiliano Favo, ex capitano del Palermo negli anni 90, che intervenuto ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com ha parlato di questo momento molto nero e poco rosa.
Visto la crisi di risultati che attanaglia il Palermo, qual’è la ricetta migliore per uscirne fuori?
«La ricetta è sempre quella di continuare a lavorare con serenità e impegno, cosa che a Iachini non manca. Bisogna aspettare, tra l’altro, che Gilardino entri in condizione ed empatia con la squadra. Anche se in questo momento credo che la cosa più preoccupante non sia lo score dei gol fatti, ma la scarsa solidità difensiva. Quindi è determinante ritrovare un po’ di compattezza di squadra»
Oltre al “colpo” Gilardino, il calciomercato dei rosanero è stato un po’ povero. Sono arrivati giocatori che non hanno mai giocato in Serie A. Secondo te la dirigenza avrebbe dovuto fare qualcosa in più per rafforzare la squadra?
«Si può fare sempre qualcosa in più, ma le società fanno quello che possono, secondo il budget prestabilito. Credo che Zamparini abbia comunque un tesoretto da sfruttare nel mercato di riparazione per colmare le lacune che risulteranno più evidenti»
Nonostante le continue rassicurazioni da parte di Zamparini, mister Iachini rischia l’esonero se le cose dovessero mettersi male?
«Con il passato di Zamparini con i suoi allenatori, come si fa a credere che Iachini sia ben saldo al suo posto? Sicuramente le prossime 4 gare con Bologna, Inter, Napoli, Empoli sono il crocevia per il Palermo di questa stagione. Se dovesse fare 7 punti, allora cambierebbero tante cose…»
In quanto ex capitano del Palermo conosci bene l’ambiente rosanero, ti senti di dire qualcosa ai tifosi?
«Di stare tranquilli, che sono e saranno sempre l’arma in più»