Tutto il mondo del calcio è in attesa di capire se potrà ripartire. Nel frattempo i calciatori si allenano, seppur con delle limitazioni e non come erano abituati, e gli allenatori studiano. Uno di questi è l’ex rosanero Daniele Di Donato che, intervistato dalla nostra redazione, ha parlato così:
Come stai affrontando questo periodo di reclusione forzata?
«Sto molto bene, ma stare richiusi in casa è diventato molto pensate. Senza calcio e senza lavoro comincia ad essere pesante. Dobbiamo rimanere in casa per far sparire questo virus, però inizia ad essere lunga e mancare la quotidianità. Ogni giorno cerco di aggiornarmi, studiare e guardo partite».
Per lei questa, dopo qualche anno di gavetta nei settori giovanili e nelle serie minori, era la prima stagione in Serie C alla guida dell’Arezzo. La stagione non stava assolutamente andando male, lo stop è arrivato nel momento più bello.
«Sì, eravamo in crescita con una squadra giovanissima, stavamo facendo un buon lavoro. Eravamo ottavi a quattro punti dalla quarta con tutti gli scontri diretti da giocare in casa, il calendario era dalla nostra parte, la squadra era in salute. Peccato, dobbiamo adeguarci, ma il lavoro resta e abbiamo anche tanti giovani importanti che si sono messi in evidenza. Si sperava di finire la stagione».
Nonostante lo stop i suoi calciatori, anche se in maniera diversa, continuano ad allenarsi.
«Si allenano come possono, chi nei garage, chi nei parchetti sotto casa, però non è come allenarsi in gruppo. Continuano in attesa di notizie, sia che si finisca qui o che si riprenda a giocare».
Giusto riprendere a giocare o meglio aspettare fin quando non ci sarà più nessun rischio?
«Se si dovesse riprendere lo si dovrà fare con tutte le precauzioni, la salute è troppo importante. Vedremo il da farsi, se si dovesse ripartire dovrà essere tutto sotto controllo, altrimenti si stoppa e si riparte il prossimo anno. Io sono sempre per giocare, ma la salute viene prima di tutto».