Il tifo rosanero non può dimenticare uno degli allenatori che è entrato di diritto nella storia della società di viale del Fante. Sì, perché dopo quella finale di Coppa Italia, Delio Rossi è letteralmente entrato nei ricordi di ogni palermitano, soprattutto dei 40 mila presenti all’”Olimpico” quel 29 maggio 2011. Con una squadra che “rischiò” di giocare anche i preliminari di Champions League, il Palermo di quegli anni riuscì a portare al “Barbera” perfino il tutto esaurito, proprio in occasione di una sfida “europea” contro la Sampdoria (terminata 1-1).
E proprio in vista di Palermo-Sampdoria di domenica alle 12.30, la redazione di Ilovepalermocalcio ha contattato in esclusiva il doppio ex Delio Rossi. Con il mister, abbiamo trattato tanti argomenti. Ecco l’intervista integrale:
Mister, come vede la prossima gara dei rosanero contro la Samp?
«Il Palermo è nelle condizioni di non fare calcoli e giocare una partita alla volta cercando di ottenere il massimo. In quella situazione di classifica non può fare altre strategie».
Come arriveranno i doriani in Sicilia?
«La Samp è una squadra che ha una leggerezza di classifica e ha un buon impianto di gioco, merito dell’allenatore e dei giocatori che possono mettere in difficoltà le altre squadre. Se dico Muriel, ad esempio, o Schick, non è che invento qualcosa. Sicuramente il Palermo non è nelle condizioni di fare calcoli».
Dopo i vari cambi di allenatori, l’ultimo arrivato è Diego Lopez in casa rosanero. Come giudica il suo operato?
«Non è mai facile entrare in corsa. Penso che l’operato di un allenatore bisogna giudicarlo dopo un po’ di tempo, non a metà o all’inizio. A fine campionato fai un bilancio più sereno. Anche perché lui è entrato in una situazione molto complicata».
Cambiando argomento: nelle ultimissime settimane, si è saputo di un fondo statunitense interessato al club. Cosa pensa della cessione del Palermo?
«Se il presidente venderà non lo so. So solo che sento parlare di cessione da 10 anni ormai. Prima sentivo i cinesi, poi gli arabi e ora gli americani. Quindi questo lo sa solo Zamparini».
Il suo rapporto con il patron com’era?
«Un rapporto tra allenatore e presidente come tutti gli altri. Lui era molto più partecipe, magari, rispetto a molti altri presidenti che lasciavano un po’ più di spazio».
Dopo aver lasciato il Palermo, è mai stato richiamato dal patron friulano per allenare i rosanero?
«No, non mi ha mai richiamato».
Ma se dovesse chiamarla per un eventuale posto in panchina, come risponderebbe?
«Io al Palermo sono stato bene. Ho vissuto un buon rapporto sia con la gente che con la città. Ho avuto la possibilità di conoscere una città che non conoscevo e soprattutto una regione fantastica. Spesso sono ritornato anche in posti dove sono stato o dove avevo allenato, però con i se e con i ma non si fa la storia. Se c’è il problema cerchi di risolverlo, se non c’è il problema è inutile che te lo crei».
Parlando della rosa, invece, Zamparini ha detto che Balogh potrebbe essere il nuovo Cavani, che lei a Palermo ha allenato. Cosa ne pensa di questo paragone?
«Io conosco Cavani, non conosco Balogh, quindi non saprei dire. Mi sembra un po’ azzardato come paragone, sinceramente».
Per la lotta salvezza, il Palermo è distante 8 punti dall’Empoli. C’è qualche chance di potersi salvare?
«Diciamo che se non si salva l’Empoli è per demerito suo non per demerito degli altri».
Ad ogni modo, pensa che il Palermo riuscirà a salvarsi?
«Dipende se riuscirà a rosicchiare altri punti nelle prossime 5-6 partite. Anche perché se a fine marzo si troverà in questa situazione, difficilmente la potrà risolvere».
Quando lei era al Palermo i tifosi rosanero erano in estasi. Proprio per un Palermo-Sampdoria c’è stato il tutto esaurito al “Barbera”, senza dimenticare i 40 mila di Roma. Adesso la situazione è completamente diversa, anche per la scissione della curva…
«Io sono l’ultima persona che potrebbe dare consigli ai tifosi. Per di più non ho tutti gli elementi per dare dei giudizi. Da fuori, la sensazione è che al di là del fatto che un anno va bene e uno meno bene, o retrocedi, penso che il tifoso abbia meno fiducia, possiamo dire, in questa squadra. Non è tanto mancanza d’amore, ma più che altro perché non vedono un futuro chiaro e preciso, penso sia dovuto anche a questo. Poi, i momenti particolari ci sono, ma tu sai che se hai la prospettiva e il poter vedere una situazione che adesso so, un domani il club potrebbe tornare dove merita. C’è questa mancanza più che altro, è stato rubato un po’ il futuro».
Per concludere, domenica chi tiferà?
«Sono due squadre a cui sono rimasto legato. Sicuramente, attualmente il Palermo ha più bisogno del risultato che della Samp».