Escl. Corsino: «Ringrazio davvero tutti. Sono un figlio di Palermo e voglio vederlo presto in Serie A»
Il Palermo, terminato il ritiro a Petralia Sottana, è tornato in città per proseguire la marcia d’avvicinamento al prossimo campionato di Serie C.
Nel corso delle tre settimane di lavoro a Petralia, il difensore Bubacarr e il centrocampista Corsino si sono aggregati al resto del gruppo in prova. Quest’oggi, a causa della lista ridotta a 22 calciatori, sono purtroppo stati esclusi dalla società e quindi non tesserati. La nostra redazione ha voluto sentire il 29enne Gianmarco Corsino, palermitano, che a causa della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro rimediata in allenamento lo scorso 5 novembre, vedendosi così negata la possibilità di dare un mano ai compagni in campo. Nel corso della lunga intervista rilasciata ai nostri microfoni, Corsino ha affrontato diversi argomenti: il suo legame con la maglia rosanero, con la squadra, tutti i membri dello staff e della dirigenza, gli obiettivi del club e quelli personali. Poi una dedica speciale ai tifosi e al capitano Alessandro Martinelli.
Queste alcune sue parole rilasciate in esclusiva ai nostri microfoni:
Come hai preso la mancata conferma in squadra? «Beh, un po’ me l’immaginavo. Sicuramente la lista a 22 sta bloccando molti giocatori. Ciò che mi rende felice è che il mio ginocchio sia a posto e che ho dato sempre tutto, non solo in campo ma anche fuori da campo nei momenti di difficoltà c’ero per i miei compagni. Solo io so quanto ho subito, ringrazio davvero tutti e sempre perché è stata una famiglia a livello. Oltre i miei compagni, ci tengo a ringraziare i preparatori, i massaggiatori, i fisioterapisti, il prof Petrucci, il dottore Matracia, persone che mi hanno seguito e accompagnato con cura e dedizione tutti i giorni durante mio recupero dall’infortunio, tenendomi sempre su di umore per spingermi a non mollare mai e recuperare appieno. L’unica mia sconfitta è che non ho potuto dare in campo quello che davo fuori. Ho sofferto davvero tanto. Posso dire di aver fatto parte dell’anno della rinascita. I miei compagni mi adorano, li andrò a trovare spesso al Barbera ed entrerò nello spogliatoio, perché sono palermitano, e non mi staccherò mai da questi colori e questa città. Con i direttori ho un rapporto straordinario. Quando mi hanno detto che non mi avrebbero tesserato erano dispiaciuti, questo mi riempie il cuore. Andavo in campo anche con le stampelle. Anche ai tempi della Primavera, ho sempre dato tutto e anche oltre ciò che potevo dare. Sento che non è finita, non mi staccherò mai da tutto ciò sarò sempre lì con loro. Il mio entusiasmo per questa maglia non si spegnerà mai perché sono un figlio di Palermo e voglio vederlo tornare dove merita di stare, in Serie A».