Escl. Collauto: «Portai in Italia Henry. È completo, ma se viene provocato…»

«Ricordo che stavamo sondando il mercato, alla ricerca di un calciatore con le caratteristiche di Thomas. Dopo averlo seguito con assiduità, riuscimmo a battere la concorrenza di altre squadre, tra le quali il Genoa, portandolo in Italia al Venezia. Nonostante la retrocessione, Henry si rese protagonista di un’annata positiva». Questo il racconto, ai microfoni di ilovepalermocalcio.com, di Mattia Collauto, ex direttore sportivo del Venezia fautore dell’arrivo in Italia dell’attaccante Thomas Henry.

Cosa la colpì di Henry in quell’occasione?

«Thomas è la classifica prima punta con grande fisicità ma anche buona tecnica. Ha dimostrato di poter far bene in Serie A e con la testa giusta può fare la differenza in Serie B. Ha, però, una carenza sulla quale dover lavorare».

A cosa si riferisce?

«È un giocatore facile da provocare. Se punzecchiato perde la ragione e la capacità di stare in partita. Se dovesse riuscire a lavorare su questo aspetto, Thomas è un giocatore che può essere determinante, perché ha tutto. Carattere, una grande abilità aerea e capacità di legare il gioco. Deve assolutamente limare questa carenza».

Per ciò che ha appena descritto, cosa ha pensato dopo l’episodio di Lecce con D’Aversa?

«Questo episodio e quello con Zanetti al Venezia, hanno avuto grande risalto a livello nazionale. Lo conosco bene e tante volte cade in queste provocazioni, uscendo dalla partita. Questo fa la fortuna delle squadre avversarie. Viceversa se riuscirà a restare sempre concentrato, potrà fare le fortune del Palermo».

Può convivere con Brunori?

«Nel calcio tutto è possibile, molto dipende dall’intelligenza dei calciatori nel condividere certi spazi e movimenti. Se dovessero imparare a conoscersi e sacrificarsi per la squadra, Henry e Brunori sono due giocatori che possono convivere. Avendo giocatori di un certo livello, poi l’allenatore deve anche essere bravo a non incaponirsi su un determinato sistema di gioco. A mio avviso l’allenatore deve essere bravo a cucire il vestito della sua squadra in base al tessuto che ha a disposizione».

Quanto è difficile gestire situazioni come quelle di Brunori?

«Ho visto che il giocatore ha fatto un’uscita che ha creato un po’ di malumore, ma sono dell’idea che questa situazione rientrerebbe in fretta dopo i primi gol segnati dal ragazzo. Nel calcio conta ciò che dimostri sul campo. Il mio collega e amico Morgan ha le conoscenze calcistiche per gestire al meglio la situazione. Non avrà nessun problema a gestire la situazione Brunori».

Quando la rivedremo all’opera direttore?

«Quando ci sarà l’opportunità di lavorare bene. Nel frattempo sto studiando e mi piace guardare tante partite. Sto lavorando per farmi trovare pronto e non vedo l’ora di tornare in pista».