«Venerdì mi aspetto una bella partita. Il Frosinone avrebbe dovuto recitare il ruolo di ammazza campionato, ritrovandosi invece a fare i conti con un avvio tutt’altro che positivo. Allo “Stirpe” arriverà un Palermo reduce da una sconfitta e sempre con il dente avvelenato, visti i precedenti. Penso che il fattore campo possa rivelarsi decisivo». Queste le considerazioni ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com dell’ex attaccante del Frosinone Camillo Ciano, in vista della sfida tra i ciociari e il Palermo, in programma venerdì sera, venerdì 8 novembre.
Lei segnò nel doppio confronto play-off del 2018 sia all’andata che al ritorno. A quale gol resta più legato?
«Il gol segnato a Palermo nella finale di andata è stato uno dei più belli della mia carriera. Quello siglato al ritorno davanti ai nostri tifosi ebbe un valore enorme, ma resto particolarmente legato a quello siglato al Renzo Barbera».
Al ritorno, tra rigori fischiati e poi revocati, palloni in campo e dubbi sul fischio finale, accadde veramente di tutto. Cosa ricorda?
«In occasione del fallo su Coronado, l’arbitro La Penna fischiò calcio di punizione cambiando idea dopo pochissimi secondi, indicando il dischetto. Poi cambiò nuovamente idea, ma la velocità dell’azione non lo aiutò. Forse oggi il Var permetterebbe di sciogliere questo nodo. Le nostre proteste magari influirono un minimo, ma vista la posta in palio si sarebbe verificata la stessa cosa a parti invertite. L’episodio dei palloni in campo è stato brutto e ha rovinato un po’ lo spettacolo, ma non è stato questo a incidere sul risultato finale. Il triplice fischio dopo il mio gol posso assicurare di averlo sentito, l’ho avvertito subito quando sono andato sotto la curva per esultare. Al di là di tutte queste cose quel Frosinone era molto più forte del Palermo e conquistò meritatamente la promozione».
Incisero le parole di Nestorovski dopo la partita d’andata?
«Commise una grande ingenuità. Non si possono fare certe dichiarazioni dopo una finale di andata, con il ritorno da disputarsi. La sua intervista ha pesato e ha acceso gli animi in ognuno di noi».
È vero che nell’estate del 2016 fu vicino a vestire la maglia del Palermo?
«Ero al Cesena, che viveva una situazione societaria poco felice, e quell’estate arrivò un’offerta del Verona. Chiesi al direttore Foschi di lasciarmi andare e lui mi disse di attendere, perché mi avrebbe voluto portare con lui a Palermo. Poi il suo ritorno in rosanero durò poco per le divergenze con Zamparini e saltò anche il mio trasferimento. In quell’occasione fui molto vicino a vestire la maglia rosanero».
Da attaccante che idea si è fatto della difficile situazione di Brunori?
«Non conosco le dinamiche del giocatore e della Società. Alla luce di quanto fatto negli ultimi anni a Palermo è sicuramente brutto non vederlo giocare. Quando mi accorsi che il mio tempo a Frosinone era finito cambiai squadra, anche grazie alla comprensione del Presidente Stirpe. Sono dell’idea che quando un ciclo giunge al termine è giusto che finisca».
Il Cesena può essere la minima vagante in zona play off?
«Il Cesena ha tutte le carte in regola per far bene. Occupa una posizione di classifica meritata e si è creata la giusta alchimia anche con l’ambiente. Per la lotta promozione vedo favorito il Sassuolo per la prima posizione, mentre sarà una lotta agguerrita per il secondo posto».