Escl. Caserta: «Derby partita dell’anno, ecco quale ricordo maggiormente. Palermo sfortunato fin qui. Io sulla panchina rosanero…»

Si avvicina a grandi passi la sfida tra Palermo e Catania, in programma lunedì 9 novembre alle ore 21. Le due squadre si ritroveranno dopo sette anni e l’ultima volta il palcoscenico era la Serie A oggi la Serie C. Uno dei protagonisti dei derby nella massima serie è l’ex centrocampista Fabio Caserta che ne ha disputati quattro, due con indosso la maglia del Catania e due quella del Palermo. L’ex calciatore è stato intervistato dalla nostra redazione propio in vista del derby. Queste le sue dichiarazioni:

Lei ha vissuto il derby prima sulla sponda del Catania, poi su quella del Palermo. Quali sono le differenze tra le due città nell’avvicinamento al derby?

«Ho avuto la fortuna di vivere il derby nella massima serie. Entrambe le città la vivono come la partita dell’anno; credo che anche adesso, seppure in Serie C, si viva allo stesso modo. Oggi è un’epoca diversa e, per quello che sta succedendo, si farà un derby senza spettatori. Sarà, indubbiamente, un derby diverso da quello che ho vissuto io. Gli stimoli che ti trasmette il derby, soprattuto tra Palermo a Catania, vengono da soli».

L’assenza dei tifosi può giocare a favore o sfavore di una delle due squadre?

«Solitamente una squadra che gioca fuori casa parte in svantaggio, poi, dipende dalle città e delle piazze, il pubblico trasmette qualcosa in più. Giocare senza spettatori per il Catania, in questo caso, può essere un vantaggio; per il Palermo il sostegno dei propri tifosi sarebbe stato fondamentale».

Lei ha disputato ben quattro derby (due con la maglia del Catania e due con quella del Palermo, ndr). Quale porta dentro?

«Diciamo che porto dentro l’ultimo che ho giocato (12 aprile 2008, ndr), ma perché l’ho vinto ed indossavo la maglia del Palermo. Quando ero un giocatore del Catania feci pure un gol, ma quel derby finì male in campo perché vinse il Palermo e ci fu anche la morte dell’Ispettore Raciti. È meglio vincere un derby anche senza fare gol».

Il derby l’avrebbe potuto vivere nuovamente da protagonista, questa volta sulla panchina del Palermo.

«È inutile pensare a questo. C’è stata la possibilità, è andata come è andata. Adesso è importante che il Palermo faccia un campionato come merita. Boscaglia è un allenatore importante per la categoria, i rosa sono in buone mani».

Boscaglia dovrà fare a meno di Broh e Crivello perché squalificati. Questo può creare difficoltà?

«Il Palermo, fin qui, non è stato fortunato. Ha avuto il problema del Covid, non è stato facile assemblare una squadra per fare gli allenamenti e preparare le partite al meglio. Le assenze di due elementi importanti non aiuta la squadra però Boscaglia, esperto della categoria, sa cosa fare. Ho visto la partita pareggiata contro il Catanzaro, nonostante i due uomini in meno, questo significa che la squadra ha carattere, che è una cosa importantissima».

Lei fu protagonista di un passaggio dal Catania al Palermo, ma nonostante questa i tifosi l’accolsero bene. Se l’aspettava o credeva ci sarebbe stato un po’ di scetticismo nei suoi confronti?

«No, i tifosi mi hanno accolto in maniera fantastica. Sono rimasto sorpreso e contento. Ho vissuto una stagione bellissima, mi sono tolto diverse soddisfazioni. Sono stato in una città che mi ha data tantissimo e mi ritengo contento dell’esperienza fatta».

Il ricordo più bello che ha di quando indossava la maglia del Palermo?

«Sicuramente la vittoria per 3-2 in casa contro la Juventus (6 aprile 2008, ndr). Questo è il ricordo più bello di quel campionato. Ricordo anche altre partite con molto piacere, ma questa partita la porto dentro».

Lei da allenatore della Juve Stabia ha trionfato in Serie C nel girone C. Quali sono le insidie maggiori di questo girone?

«Vincere un campionato di Serie C è difficilissimo, a maggior ragione se ti chiami Palermo o Catania. Questo perché tutti si aspettano un campionato facile per il blasone e la città, però non è mai così. Chiunque ti trovi di fronte darà sempre qualcosa in più, giocare contro grandi squadre non capita tutti i giorni. Per vincere ci vuole la costanza, il saper rimanere uniti nei momenti difficili, non esaltarsi quando le cose vanno bene e lavorare sodo».

Il Palermo è partito arrancando e si trova ad inseguire. Può ridurre, secondo lei, il gap creatosi?

«Il Palermo deve recuperare tre partite e ci sono 9 punti in palio. Quando vinsi con la Juve Stabia, ricordo, tra gennaio e febbraio avevamo un vantaggio tra gli 8 e i 9 punti e ci giocammo lo scontro diretto alla quartultima giornata con solamente un punto di vantaggio. Bisogna essere sempre concentrati, bastano tre vittorie consecutive per ritrovarti in scia».

Il Palermo sta avendo anche delle difficoltà a trovare la via del gol e in squadra non ha un bomber da 20 gol a stagione. Questo può creare delle difficoltà?

«Non sono così tanto d’accordo sul fatto che bisogna avere l’attaccante da 20 gol, perché se ne fa 20 l’attaccante gli altri, magari, non possono farne. I gol vanno fatti dai centrocampisti, dagli esterni e dai difensori nei calci piazzati. Penso che avere un bomber da 20 gol non sia un bene per la squadra. I gol vanno divisi e lì la squadra, per me, diventa pericolosa».