Il Palermo di Roberto Stellone è atteso da una sfida delicatissima lunedì contro l’Hellas Verona, i rosanero devono vincere per cercare di tenere il passo della capolista Brescia e della sorpresa Lecce per la corsa alla promozione in Serie A. In occasione di questa sfida, la nostra redazione ha intervistato un doppio ex dell’incontro tra i rosanero e gli scaligeri, ovvero Diego Bortoluzzi, che ha allenato il Palermo e ha fatto il vice allenatore di Andrea Mandorlini all’Hellas Verona per pochi mesi. Ecco le parole rilasciate ai nostri microfoni dall’ex tecnico:
Partiamo dal passato, che ricordi hai della tua esperienza in rosanero?
«Come allenatore i ricordi sono belli, ma di un periodo triste per il Palermo perché sono stati gli ultimi mesi dei rosanero in serie A. A livello personale è stata una bella esperienza, mi ha arricchito e gratificato. Io e Rossitto siamo venuti in un periodo in cui ci sconsigliavano tutti di accettare perché dicevano che la squadra non avrebbe fatto un punto . Invece è stato un bel periodo a livello di punti e risultati. Non solo risultati del campo, ma per aver contribuito a rigenerare una squadra che non dava segnali di continuità e invece li ha dati. Come allenatore è stato gratificante».
C’è un episodio che ricordi in modo particolare?
«La vittoria con la Fiorentina, venivamo dalla disfatta di Roma e tutti si aspettavano che facessimo altri disastri. Invece abbiamo vinto giocando anche bene. Poi c’è stato il centesimo gol in A di Diamanti. Una partita che nessuno si sarebbe aspettato e che ha regalato una giornata di gioia a tutti quanti, nonostante la retrocessione fosse ormai acquisita».
Conosci Zamparini da tanto tempo, ora lui non è più il proprietario del Palermo. Che rapporti avevi con lui e cosa ne pensi degli attuali problemi societari del Palermo?
«Mio rapporto con Zamparini è sempre stato buono. L’ho avuto per 9 stagioni tra Venezia e Palermo. So com’è, cosa mi devo aspettare ma mi ha sempre dato la possibilità di fare calcio ad alto livello. In quel periodo non avevo rapporto con lui perché la presidenza era affidata ad un altro (Baccaglini, ndr). Società attuale? Ho seguito perché è impossibile non leggere le notizie che arrivano. Mi sembra una situazione ingarbugliata e confusa, questo ha tolto qualche punto alla squadra forse. Ma non so con certezza se è stato così, perché in realtà spesso nel calcio nelle difficoltà emerge la forza del gruppo. Da fuori si potrebbe pensare che una situazione simile non aiuti. Comunque il Palermo sta lottando ed è in alto tra le candidate alla promozione».
Lunedì è in programma un match delicatissimo per i rosanero, la squadra di Stellone affronta una corazzata come l’Hellas Verona. Tu hai avuto una breve esperienza negli scaligeri, mentre a Palermo sei stato più a lungo. Cosa ti aspetti da questa partita?
«A Verona ho avuto un’esperienza breve e brutta. Lunedì c’è da aspettarsi di tutto. Il Palermo dà l’idea di avere una squadra più solida ed esperta. Il Verona ha forse uno stato di forma migliore, ma entrambe alternano momenti buoni a “pause di riflessione” che ne hanno condizionato la continuità. Il Palermo è una gran bella squadra, davanti ha Nestorovski che anche quest’anno ha fatto tanti gol e può dare una mano decisiva. Dall’altra parte c’è Pazzini che è la mina vagante, giocatore straordinario per qualità e per quello che rappresenta per il Verona. Mi aspetto una sfida tra squadre solide, dove ognuna delle due ha le armi per vincere. È aperta a qualsiasi risultato perché la posta in palio è tanta. Il Palermo ha dalla sua qualche punto in più ma deve farne altri se vuole andare in A, ma ha dalla sua anche l’ambiente. Conoscendolo bene può essere determinante. Il calore e la forza che ti può dare in queste partite decisive il pubblico palermitano è importante. Il Verona invece deve recuperare punti anche sul Palermo. Credo che sarà una partita carica di tensione, difficile da interpretare. Mi aspetto una gara combattuta e anche molto nervosa».
Hai parlato di Nestorovski e Pazzini, secondo te saranno loro i due giocatori decisivi in questa partita?
«Di solito si dicono i bomber da una parte e dall’altra. Pazzini è un bomber di maggiore esperienza a livello di carriera. Però Nestorovski mi sembra che abbia dato dei segnali di risveglio decisivi. Quando va al 100% e si riesce a servirlo dentro l’area e negli ultimi 20 metri è determinante. Pazzini lo è pure se è messo in condizione di segnare. Il centrocampo del Palermo è più solido, il Verona può contare su Faraoni che è in forma e ha appena fatto due gol. Dipenderà forse anche dall’ispirazione di Trajkovski che quando è in giornata positiva sposta l’ago della bilancia. Quando non lo è invece è un problema (ride, ndr)».
Il Palermo è allenato da Stellone che sta facendo molto bene in sella alla panchina rosanero, cosa ne pensi di lui?
«Non lo conosco personalmente, ma sta facendo bene perché Palermo è una grande piazza. L’anno scorso ha fatto bene e mi sarei aspettato che venisse confermato anche quest’anno dall’inizio ma non è stato così».
E di Grosso?
«Da allenatore non lo conosco, però era con me negli anni più belli del Palermo. Ho solo un grandissimo ricordo di lui. L’ultima volta che l’ho visto in campo è stato alla semifinale dei Mondiali. Di Grosso dico solo che ho tantissimi bei ricordi del periodo insieme al Palermo».
Quelle di Verona e Palermo sono due piazze molto importanti in cui il calcio si vive in modo molto caloroso…
«Verona è una piazza molto difficile, sta facendo un bell’inizio di carriera, bello tosto. Ho conosciuto la piazza per 6 mesi. È tosta come lo è Palermo, ma a Palermo c’è entusiasmo diverso. Per come ho vissuto io Verona ti mette più tensione addosso, Palermo ti dà carica ed entusiasmo. Ma ripeto, parlo di Verona per l’esperienza che ho avuto io. A Palermo erano momenti diversi».