Escl. Barone (Sky Sport): «Cremonese e Palermo i due migliori organici della B. Il calcio italiano va riformato»

Daniele Barone, telecronista di Sky Sport, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com, in cui ha parlato del mercato e del campionato di Serie B soffermandosi anche su Cremonese-Palermo e Como-Parma, match-clou del prossimo weekend:

Sabato alle 14 è in programma lo scontro diretto tra Cremonese e Palermo. Che tipo di partita si aspetta?

«Sicuramente sarà una gara tra due grandi protagoniste del campionato. Dirà parecchio ma non tutto perchè, successivamente, ci saranno ancora molti incontri da giocare. Secondo me si affrontano i due organici migliori e più importanti della Serie B. Che poi la classifica dica che il Parma è primo è un altro discorso in quanto sono stati più bravi e continui ad occupare la vetta. In questo campionato è difficile fare pronostici, ma sarà sicuramente un match tra due grandi protagoniste per la lotta promozione e lo saranno fino alla fine».

Sia i rosanero che i grigiorossi hanno lavorato attivamente durante il mercato invernale. Sarà una gara diversa rispetto a quella dell’andata in cui vinse il Palermo con un gol a tempo scaduto?

«Anche questa è una domanda alla quale è difficile dare una risposta. Sicuramente gli investimenti fatti sia in estate sia che a gennaio ci confermano che sono due squadre che puntano alla promozione, che sono state costruite per vincere e le operazioni invernali hanno rilanciato le loro ambizioni. Colpi come quello di Johnsen e Falletti per i grigiorossi e Ranocchia, Diakitè e Traorè per i rosanero dicono che c’è una decisa volontà delle società per puntare alla Serie A. Hanno acquistato giocatori di qualità e aggiungeranno qualcosa rispetto alla gara di andata».

Sabato andrà in scena anche Como-Parma. Secondo lei ci sono le possibilità, a prescindere dall’esito di questa gara, di assistere ad un clamoroso scivolone dalla vetta da parte degli emiliani?

«In questo momento il Parma ha un vantaggio importante sulle inseguitrici: secondo me lo amministrerà in quanto è una squadra molto forte, ben allenata e con i migliori giovani del campionato. Se il Palermo e la Cremonese hanno i migliori organici della Serie B, sulla carta i ducali non avevano la squadra più forte. Grazie al lavoro di Pecchia i giovani sono stati ben valorizzati. Inoltre, questa squadra ha la capacità di avere sempre forze ed energie fino all’ultimo secondo, e non è un caso che segni spesso nei minuti finali e realizza molti gol con giocatori subentrati dalla panchina. Questo aspetto certifica la forza mentale di questa squadra e di come Pecchia sia molto bravo a gestire le rotazioni, anche grazie alla disponibilità di una rosa completa: cambia spesso la formazione ma i risultati sono sempre positivi».

Quanto al mercato invernale il Parma ha deciso di confermare la rosa. Come giudica questa strategia?

«Logica, perchè Pecchia ha avuto dal suo gruppo risposte straordinarie. La forza di questa rosa è quella di avere sempre un ottimo rendimento anche con le rotazioni e quindi il tecnico emiliano sa di poter contare su 15-18 giocatori. Chiunque giochi fa la sua parte e quindi è una squadra che funziona molto bene e ha equilibri ben consolidati che, giustamente, non sono stati ritoccati».

Prendendo in considerazione la classifica, ci sono invece squadre che, nel calciomercato di gennaio, potevano fare meglio e che hanno particolarmente deluso le sue aspettative?

«Non proprio. Il Como ha speso una decina di milioni di euro acquistando giocatori forti come Strefezza. Il Venezia non poteva rinforzarsi in quanto doveva rispettare i paletti imposti dalla Fifa e ha dovuto purtroppo rinunciare a Johnsen. In basso molte squadre in difficoltà, come lo Spezia, hanno effettuato diverse manovre in entrate. Poi ovviamente la Sampdoria doveva anche fare i conti con le sue vicissitudini societarie e non ha potuto ben operare. Ognuno si è rinforzato in base all’obbiettivo e in base al budget a disposizione: il Palermo, come Cremonese e Como, ha una proprietà forte e ricca e si è rinforzato in maniera importante per la lotta promozione».

In questo campionato c’è qualche giocatore che l’ha particolarmente sorpresa e che ha ottime possibilità di fare bene, in futuro, anche in Serie A?

«Se devo scegliere un giovane che non ha mai giocato nella massima serie dico Pandolfi del Cittadella, calciatore sconosciuto e proveniente dalla Serie C. Sta facendo molto bene in una realtà che svolge sempre un grande lavoro nello scovare talenti italiani. Poi non so se in Serie A possa avere un rendimento simile. Ovviamente la lista dei giocatori emergenti in Serie B è lunga. Il Parma ha dei giovani di qualità come Bernabè e Man, il Palermo e la Cremonese hanno puntato su una squadra esperta e calciatori come Coda, che ha vinto più volte il titolo di capocannoniere, sono una certezza. E a proposito di cannonieri c’è anche Pohjanpalo del Venezia che è molto forte. Poi giocatori come Cutrone, al momento fermo per infortunio, e Tutino si stanno rivalutando. Diciamo che i nomi sono questi e che quest’anno prevale l’esperienza. Ovviamente giovani talenti come Ranocchia, a segno per tre volte consecutive, fanno parte di quei giocatori che stanno facendo molto bene e che fanno la differenza».

Negli ultimi giorni si è parlato della riforma dei campionati italiani. In merito alla Serie B si è parlato di alcune ipotesi, come ad esempio la rivoluzione del format del playoff o del ridimensionamento del paracadute dalla Serie A. Cosa ne pensa in merito?

«Secondo me il calcio italiano ha bisogno di una riforma, soprattutto la Serie C in quanto non riesce più a mantenersi economicamente a certi livelli. Serve dunque una riforma strutturale e che risulti utile per l’intero movimento. Adesso non so se si andrà verso una Serie A sul modello della Premier League o su quello NBA (se vogliamo fare un paragone con un altro sport) che assicura uno spettacolo più ricco e attraente. La Serie B non deve perdere quello che per tutti gli anni è stata la sua fisionomia, ovvero un campionato in cui i migliori giovani e soprattutto italiani crescono ed emergono per poi essere riproposti nella massima serie. In cadetteria sono passati negli anni dei giocatori poi diventati importanti anche in Serie A e penso che la Serie B debba conservare lo status di secondo campionato italiano. Dalla B in giù va rivista l’idea di calcio professionistico e semi-professionistico. In Serie C il format di tre gironi da 20 squadre ciascuno non può più reggere, infatti si assiste spesso alla scomparsa di qualche club per problemi finanziari. Per cui sostengo che bisogna snellire il calcio italiano e rivoluzionarlo per garantirgli un futuro migliore».