Escl. Amelia (intervista integrale): «Ad inizio stagione avevo parlato con Ballardini. Vi dico la mia sul Palermo, De Zerbi, Zamparini e i tifosi…»
Campione del Mondo nel 2006, il portiere Marco Amelia sarà un doppio ex del prossimo match dei rosanero, i quali affronteranno la Roma. Infatti, agli esordi della sua carriera calcistica, il portiere romano ha proprio vestito la maglia giallorossa, arrivando in Sicilia nel 2008. Pur avendo vestito per una sola stagione la maglia rosanero, l’ex portiere viene comunque ricordato con piacere dal panorama calcistico palermitano. In occasione del prossimo match della squadra di De Zerbi, la redazione di Ilovepalermocalcio ha contattato in esclusiva Amelia per poter parlare proprio di Palermo-Roma e di tanto altro.
Marco, come vedi l’approccio dei due club per la prossima partita nella quale si affronteranno?
«Sicuramente la Roma arriva bene, soprattutto per gli ultimi risultati ottenuti in campionato. Ha anche l’Europa League ma sulla carta dovrebbe fare risultato. Purtroppo, invece, vedo in grande difficoltà il Palermo. In primis, a livello ambientale la sensazione è che ci siano dei problemi. La gente è più lontana, lo stadio non è più quello di una volta, la squadra è fatta da ragazzi per lo più giovani ma anche bravi. Però, comunque tante volte, soprattutto quando lotti per non retrocedere, c’è bisogno anche di esperienza. In più, c’è da aggiungere che c’è anche un allenatore giovane, al primo anno di serie A, che pur essendo preparato ci sta che possa commettere a volte qualche errore. Purtroppo però questi errori poi sono punti in meno. Dunque, sulla carta vedo la Roma favorita e mi dispiace per la situazione del Palermo. Io sono molto legato alla città e a tutti. A prescindere comunque non si sa mai, le partite iniziano tutte 0-0 e vanno interpretate. Magari poi c’è chi è più debole, sulla carta, ma la interpreta bene e chi è più forte, sulla carta, e la interpreta male. Dunque, ci possono essere risultati scontati o viceversa».
Posavec è giovanissimo ma già titolare nella rosa. Credi sia una scelta azzardata o no?
«Ho seguito e seguo il Palermo anche perché ad inizio anno avevo parlato con Ballardini, per seguire le vicende di squadra. Poi ho visto il cambio, ed ero anche un po’ curioso di vedere come De Zerbi si approcciasse con la squadra. Posavec pare sia bravo, in partita ha fatto vedere che ha qualità. E’ normale che nel momento di difficoltà di squadra il rendimento dello stesso ragazzo possa essere basso e altalenante. E’ importante che chi lo allena e anche il gruppo dei portieri abbiano un buon rapporto. Soprattutto ci deve essere qualcuno che sappia consigliare al ragazzo e mantenere la mentalità sempre al 100%. La crescita tecnica si fa sul campo, ma c’è anche la pressione che è tutto lavoro psicologico. Proprio per quello si parlava con Ballardini, anche per poter dare una mano vista la mia esperienza. Però io non credo mai che far giocare un giovane si azzardato. E’ azzardato se lo si butta nella mischia senza accompagnarlo. Invece, meglio se lo si accompagna con l’affiancamento di un portiere di esperienza e che lo sappia aiutare senza dargli fastidio dal punto di vista della pressione. Anche la piazza non deve mettere pressione e l’allenatore ai primi errori non deve essere lì a criticare ma deve cercare di aiutarlo. Così penso sia una scelta giusta, visto che poi il ragazzo ha qualità».
Cosa pensi della situazione societaria del club? Zamparini vuole cedere…
«Cascio ha avuto volontà di prendere il club e di fare le cose bene. Qui però solo Zamparini sa come stanno le cose. Lui credo sia un presidente che voglia il bene del Palermo. Sta cercando di vendere ma alle persone giuste e tante volte si rischia di fare degli errori. Magari mettendo una piazza bellissima come Palermo, con tanta gente appassionata, uno stadio bellissimo e una città meravigliosa, in mano a persone che non sono in grado di gestirlo. Quindi penso che Zamparini stia facendo anche questo tipo di valutazione. Questa è una piazza che può fare molto bene. L’ha dimostrato che negli ultimi 10 anni se le cose sono fatte bene, si possono ottenere degli ottimi risultati».
Il tuo rapporto con il presidente com’era?
«Il mio rapporto era bellissimo con lui. Ci sentivamo spesso, quando veniva parlavamo ed era un ottimo rapporto. Anche dopo Palermo è rimasto questo rapporto, ad esempio quando ci incontravamo negli aeroporti. Nulla di più poi, qui si parla di gente di calcio. Ma ho avuto sempre la massima stima di lui, perché so quelli che sono i sacrifici che ha fatto il presidente per Palermo. So anche dei sacrifici di adesso, dopo che il tempo passa, quando magari si fanno degli errori. Magari può essere stanco e ci può stare ma so che sta lavorando tanto per fare modo e maniera che il Palermo vada avanti in mani sicure. C’è bisogno di stadio pieno e di entusiasmo. Serve andare a favore del Palermo, non pro o contro Zamparini».
Parlando appunto di stadio ed entusiasmo, cosa pensi della situazione attuale della Curva Nord spaccata in due?
«Sì, manca quell’atmosfera che fa la differenza. Non è una buona situazione. I tifosi comunque hanno il diritto di fare quello che pensano. Tra di loro avranno dei legami, delle problematiche ma che si risolveranno. Son convinto che se i tifosi vogliono il bene del Palermo, torneranno tutti insieme a tifare e ad essere l’uomo in più in campo. Sicuramente un “Barbera” pieno crea un’atmosfera che fa la differenza. L’abbiamo visto anche l’anno scorso, nel momento in cui tutti si sono messi dalla stessa parte per potersi salvare».