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Escl. Ag. Stulac: «Sperava di rimanere a Palermo. Zamparini, il vino e il pappagallo nella trattativa Ilicic…»

«Per Stulac non sarà una partita come tutte le altre. Lui ha lasciato il Palermo a malincuore ed era molto dispiaciuto, nonostante abbia vestito la maglia rosanero per soli due anni. Aveva sperato nella permanenza anche in virtù della presenza di Dionisi con il quale aveva lavorato a Empoli. Si sentiva protagonista e aver lasciato quei colori gli ha lasciato l’amaro in bocca». Questo il pensiero ai microfoni di ilovepalermocalcio.com di Amir Ruznic, agente di Leo Stulac, ex della sfida di sabato tra Palermo e Reggiana.

Come mai Stulac non è stato confermato?

«Per quella che è stata la mia sensazione, il tecnico Dionisi non puntava sul giocatore. In questi casi quando ti rendi conto di non essere più al centro del progetto, è meglio togliere il disturbo. È arrivata la grande opportunità della Reggiana e adesso il ragazzo si trova bene in quella che è a tutti gli effetti una piazza grande e storica. Di certo, avendo vissuto con Dionisi una delle sue migliori esperienze in Italia, non posso negare che gli sia dispiaciuto il modo nel quale si siano evolute le cose».

Se dovesse segnare esulterebbe?

«Non abbiamo parlato di questo aspetto, ma conoscendolo se dovesse segnare non esulterebbe. È un ragazzo educato e rispettoso, per questo non lo farebbe. Di certo è concentrato per far bene».

Secondo lei non avrebbe fatto comodo questo Stulac ai rosanero?

«Non entro nel dettaglio di queste analisi. Senza dubbio Stulac è un giocatore che farebbe comodo a tutte le squadre che vogliono vincere il campionato».

Come sta Ilicic?

«Lui è al Maribor, nella squadra che lo ha catapultato nel calcio che conta. Josip sta bene e lo ha dimostrato anche con la maglia della sua nazionale. Non è più quel giocatore visto con le maglie di Palermo, Fiorentina e Atalanta, ma il suo talento non è svanito. Ha un contratto in scadenza a giugno ma non ha alcuna intenzione di smettere».

A quali altre squadre è stato vicino Ilicic?

«L’ultima in ordine di tempo è stata il Siviglia. Il direttore Monchi mi aveva chiamato, ma il ragazzo non se la sentiva alla luce delle proprie vicende personali. In passato fu vicino al Napoli di Giuntoli, ma non venne trovata la quadra con l’Atalanta. Ancor prima ci fu anche l’interessamento del Milan guidato da Allegri. Venne anche cercato da club inglesi di seconda fascia, che non stuzzicarono il suo interesse. Siviglia, Napoli e Milan sono state senza dubbio tre situazioni che si sarebbero potute concretizzare».

Dopo un primo anno positivo in Italia, Bacinovic si è invece smarrito. Si è un po’ buttato via?

«Dopo il primo anno in Italia Bacinovic era addirittura più quotato di Ilicic. Sembrava che potesse fare anche meglio di Josip. Poi a ventinove anni è arrivato il ritiro dal calcio. Nel calcio non è importante solo il talento, ma conta anche la testa. Secondo me poteva sicuramente fare di più nella sua carriera».

C’è un ricordo particolare che conserva delle trattative con il Presidente Zamparini?

«Resto legato alla memoria del Presidente Zamparini da un sentimento di grande affetto. Ricordo che nell’operazione Struna si assunse la responsabilità di chiudere la trattativa, nonostante le visite mediche non positive per via dell’operazione al metatarso alla quale si era sottoposto. Nei confronti di Ilicic provava un vero e proprio amore e lo difendeva a spada tratta, anche quando veniva bersagliato dalla critica. Ricordo anche le liti con Sogliano per Josip, che considerava una vera e propria creatura sua. Quando chiuse in Friuli l’operazione per portarlo in rosanero, portò i dirigenti del Maribor nella sua cantina e li raggiunse con una carriola piena del suo vino da offrire loro in omaggio. Durante quella trattativa ricordo anche le sue conversazioni con il suo pappagallo. Era spontaneo e presidenti come lui purtroppo non esistono più».

Le ha già confidato cosa farà Ilicic quando si ritirerà dal calcio giocato?

«La sua idea è quella di intraprendere la carriera da direttore sportivo. È un’idea che lo intriga molto. Un futuro al Palermo? Sarebbe un qualcosa di fantastico, il classico amore che fa giri immensi e poi ritorna».

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Giorgio Elia