L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’esordio in maglia rosanero di Edinson Cavani avvenuto 15 anni fa.
Esattamente quindici anni fa a Palermo nacque una stella. La «stella» di Edinson Cavani, che l’11 marzo del 2007 debuttò con la maglia rosanero segnando contro la Fiorentina un gol straordinario quanto inatteso. Perché Cavani, acquistato a gennaio, fino a quel momento era rimasto nell’ombra e lo stesso Guidolin lo aveva più volte definito un «investimento per il futuro». I fans rosanero semmai aspettavano i gol del polacco Matusiak, preso anch’esso a gennaio, che non arrivarono mai.
E chissà come sarebbe cambiata la vita di Cavani, se alla vigilia della gara contro la Fiorentina, Matusiak non si fosse fatto male alla caviglia. Cavani, probabilmente, non sarebbe neppure andato in pan[1]china, come era accaduto la settimana precedente nel derby perso dai rosa a Messina con i due gol di Riganò. Questa partita contro la Fiorentina, finita col punteggio di 1-1, resterà una pietra miliare nella storia del Palermo di Zamparini, per il gran gol di Cavani ma anche per le polemiche che seguirono il gol di Mutu, mentre Guana era a terra. Ma andiamo con ordine. Il Palermo l’11 marzo del 2007 era terzo in classifica, a pari punti con la Lazio. Aveva rallentato la marcia dopo l’infortunio di Amauri prima di Natale e non vinceva da cinque gare, esattamente dal derby di Catania. A Messina nel turno precedente aveva giocato male, serpeggiava il malcontento e, dopo avere sognato perfino lo scudetto, anche un posto in Champion League diventava un traguardo difficile. A stentare era soprattutto l’attacco, Amauri non era stato sostituito adeguatamente, Caracciolo non convinceva e neppure Matusiak sembrava in grado di trascinare i rosa.
A risollevare il morale dei fans arrivò dal Danubio questo smilzo attaccante uruguaiano che aveva appena compiuto venti anni. Correva tanto, nel suo paese giocava prima punta ma a Palermo si adattò in molti ruoli offensivi grazie al suo dirompente dinamismo. La gara con la Fiorentina fu preceduta da molti veleni. Per la presenza di Toni tra i viola e perché nel recente mercato di gennaio il direttore sportivo toscano Corvino aveva soffiato il centrocampista serbo Kuzmanovic al Palermo con una manovra che fu definita da Zamparini «da sciacallo». Guidolin quel giorno schierò il Palermo col modulo 4-4-1-1. Giocarono Fontana, Zaccardo, Biava, Barzagli, Pisano, Diana, Guana, Simplicio, Bresciano, Brienza e Di Michele. Corini era infortunato.
Ad avvelenare la partita ci pensò Mutu, che al 33’ del primo tempo, non si curò del fatto che Guana s’era accasciato per un problema muscolare, continuò la sua corsa centralmente e con i giocatori rosa quasi fermi segnò. Tra le proteste del pubblico e soprattutto di Guidolin, che andò a muso duro da Prandelli chiedendogli che la Fiorentina facesse segnare il Palermo. Ovviamente la Fiorentina non fece segnare il Palermo e la gara proseguì ad altissima tensione. Il gol di Mutu moltiplicò le forze dei rosa, convinti di avere subito un torto, nella ripresa Guidolin puntò su Giovanni Tedesco e su questo giovanissimo uruguayano di cui nulla si sapeva. E fu un assalto in piena regola, prima di lasciare il campo già Brienza e Di Michele erano andati vicini al gol, ma quando al 25’ del secondo tempo Zaccardo fu espulso per doppia ammonizione fu come una doccia gelata. Ormai in pochi al «Barbera» credevano nella possibilità di riprendere la «Viola», ma appena due minuti dopo l’espulsione di Zaccardo accadde quello che nessuno aveva immaginato. Sulla corta respinta di Gamberini, Cavani, appostato sullo spigolo destro dell’area di rigore, non aspettò che la palla toccasse terra, calciò al volo di destro infilando l’incrocio dei pali. Anche Amauri, tornato al «Barbera» dopo l’infortunio, balzò felice in tribuna. Sul volto esterrefatto di Frey, che rimase immobile al centro della porta, tutta la violenza del tiro di Cavani. Più volte interrogato sui suoi gol l’attaccante uruguayano ha dichiarato che questo gol alla Fiorentina, il suo primo gol in Europa, è stato il più bello della sua carriera. La «perla» di Cavani (che segnò anche la settimana successiva a Genova) rialzò il morale dei fans rosanero in quella stagione 2006-2007 di cui abbiamo spesso parlato e in cui accadde di tutto.