Eriksen riparte. Punta il 2022-23 ma non la serie A
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Eriksen e sul suo futuro lontano dalla serie A.
Eriksen riparte, non si è arreso. E l’ha fatto sapere a chi gli sta vicino. È in Danimarca, oggi sono cinque mesi esatti dal giorno in cui la carriera gli è cambiata, la vita gli è cambiata, gli occhi della gente intorno a lui sono cambiati. E una promessa è una promessa: già nelle ore immediatamente successive all’arresto cardiaco aveva detto di non voler mollare, di volersi rialzare. Appunto: il calcio resta il suo punto fermo.
Ed è intorno a quell’orizzonte che ragiona e muove i suoi passi. L’obiettivo è tornare in campo a tempo debito: è evidente che in casi come questi non ci siano scadenze, ma indicando la prossima stagione non si va troppo lontani dalla verità.
In patria Eriksen non vuole che l’ultima immagine di sé in campo sia quella del maledetto 12 giugno. In queste settimane è in Danimarca, dopo i molti giorni trascorsi a Milano a godersi la sua casa in zona Brera. Ora è più facile incontrarlo a Odense. In fondo fu lui a decidere di farsi seguire dagli specialisti danesi: è un passaggio chiave, che spiega molto in chiave futura. Perché non è in Italia che il centrocampista immagina il suo domani da calciatore: non è giusto escludere del tutto la possibilità che il defibrillatore possa essere eliminato, in modo tale da consentirgli il ritorno all’attività agonistica anche da queste parti. Ma, se davvero avesse avuto in mente questo finale della storia, il centrocampista avrebbe deciso di eseguire a Milano tutti gli esami del caso.
La situazione non è di semplice lettura: tutti gli esami relativi all’arresto cardiaco hanno dato esito negativo, nessun problema è stato evidenziato in maniera concreta a spiegare quanto avvenuto al danese. Logico dunque che si proceda con estrema cautela. Tutto va ripetuto costantemente, a distanza da tempo. Alla fine dell’anno saranno passati oltre sei mesi e il quadro sarà più chiaro. Con i medici danesi Eriksen ha già iniziato un leggero programma di riatletizzazione, per non restare del tutto fermo dal punto di vista fisico. In Italia, per intendersi, non avrebbe potuto farlo in nessuna struttura che richiede un certificato medico, fosse anche una semplice palestra. Se tutto andrà nella maniera migliore, da inizio 2022 Eriksen potrà cominciare ad aumentare – seppur molto gradualmente – i carichi di lavoro.
Il tutto, ovviamente, sotto lo sguardo attento dell’Inter. La società nerazzurra sta usufruendo dell’indennità Fifa che copre per un anno lo stipendio del giocatore. E se è vero che l’Inter ha in mano anche un’assicurazione privata che copre il valore del cartellino a bilancio, è altrettanto sicuro che prima o dopo il giocatore e i dirigenti nerazzurri si siederanno intorno a un tavolino per trovare una soluzione. Dove tornerà a giocare Eriksen? Più facile che avvenga in Olanda (Ajax?) o in patria (Odense?), piuttosto che in Inghilterra, ma a oggi nessun discorso in questo senso è stato affrontato. Christian ha voglia di fare le cose con calma: in fondo, persino una faticosa risalita può essere un percorso da gustarsi, apprezzando ogni piccolo passo in avanti. Sono passati cinque mesi, ma sembra ancora ieri.