La Serie A maschile, il protocollo sanitario di ripartenza del massimo torneo, le Coppe europee, il confronto fra Lega di A e sindacato calciatori sul taglio degli ingaggi, il futuro della Serie B e della Serie C: questi temi sono al centro del dibattito. Al contrario, alla stregua dei Dilettanti (1 milione 45 mila tesserati,12 mila società, 550 mila partite all’anno), il movimento femminile viene trascurato, abbandonato, bistrattato. Al tal proposito è opportuno citare l’intervista del presidente della Pink Bari Alessandra Signorile rilasciata qualche giorno fa al “Corriere del Mezzogiorno”: «Per come la vedo io il calcio femminile è a rischio estinzione e pensare che eravamo appena uscite dall’ombra. I costi da pagare sono molto alti e la Federazione è concentrata sulle prime categorie maschili, mentre noi restiamo un problema secondario. Per i contratti delle calciatrici siamo in stand by e presto avremo un incontro con le sigle sindacali, ma stiamo valutando di giungere a una sospensione o un piccolo taglio almeno per i piccoli club. Qui da noi si parla di stipendi da 800-900 euro, siamo sempre società dilettantistiche e le calciatrici non sono professioniste e a noi mancano sponsor per forze di causa maggiore e per questo serve fare un passo indietro tutti assieme. Non credo ci siano i margini per una ripresa a breve».
Eppure, come non ricordare l’assalto al carro delle azzurre nel memorabile Mondiale dello scorso giugno quando, improvvisamente, diventarono le Sorelle d’Italia? Come dimenticare i tweet, le dichiarazioni, le promesse non mantenute di passaggio al professionismo? Le formularono politici di ogni colore, sempre pronti a fare invasioni di campo per sfruttare la più formidabile cassa di risonanza mediatica del nostro Paese qual è il calcio. Bene, anzi male. Oggi l’emergenza Coronavirus costringe il Palazzo del calcio e della politica a intervenire, presto e concretamente, per salvare non soltanto la Nazionale di Milena Bertolini (sei vittorie su sei nelle qualificazioni europee) e i campionati, ma tutte le trentamila circa tesserate del movimento femminile.
Se Francia e Spagna hanno deciso per lo stop del campionato, con l’assegnazione del titolo rispettivamente a Lione e Barcellona, Germania e Inghilterra stanno lavorando per ripartire fra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Secondo quanto riferito da Kicker.de infatti la Frauen Bundesliga dovrebbe riprendere il 29 maggio prossimo e concludersi il 28 giugno (come in Italia anche in Germania si devono disputare solo sei giornate) con la Coppa Nazionale che slitterà in piena estate con i quarti che si giocherebbero il 3 giugno, le semifinali una settimana dopo e la finale, a Colonia, il 4 luglio. Per quanto riguarda l’Inghilterra invece si sta ragionando su una ripartenza a inizio giugno con la possibilità che le squadre per le sei settimane che serviranno a chiudere la stagione siano ospitate in una sede centrale dove far disputare tutte le 45 partite mancanti e limitare al minimo gli spostamenti dei vari club. Secondo la BBC una decisione definitiva sarà presa entro il 25 maggio.
Tornando in casa nostra, le ragazze della Ludos Palermo, impegnate nel Girone D in Serie C, stanno facendo un lavoro straordinario e meriterebbero il riconoscimento del professionismo. Bloccare o addirittura annullare la crescita del movimento sarebbe un errore imperdonabile e fatale. Servono azioni immediate perché non c’è più tempo da perdere.