«L’emergenza Covid-19 ha procurato effetti gravi sul tessuto produttivo e le fasce più deboli in Sicilia: è una emergenza mai vista. E’ una congiuntura economica da guerra, non conosciamo durata e contorni. Il rilevante indebitamento ereditato e il pesante disavanzo certificato dalla corte dei conti e l’ingessamento delle entrate determinato da accordi della precedente legislatura sono elementi che hanno reso assai complessa la redazione di bilancio e legge di stabilità per il 2020». E’ la denuncia del governatore siciliano Nello Musumeci all’Ars.
«Fino ad oggi sono 42 mila i siciliani che si sono iscritti al portale della Regione dopo essere tornati dal Nord». Lo ha comunicato il presidente della Regione Nello Musumeci intervenendo in aula all’Ars. Il governatore ha ricordato che l’elenco di «tutti i soggetti rientrati» è stato inviato alle Asp, con la collaborazione delle prefetture isolane.
Musumeci, sempre parlando ai parlamentari ha ricordato che «nessuno ha mai pensato di militarizzare la Sicilia, come ha detto qualcuno in malafede. Ho solo ritenuto che per la nostra regione si dovessero adottare le stesse cautele della Campania per controllare il territorio».
Il presidente della Regione nel corso del suo discorso ha anche rilevato: «Si è forse ecceduto a dare valore clinico al test del tampone, è informazione non corretta: non ha mai sostituito l’accertamento clinico dei pazienti sintomatici che da noi è stato sempre tempestivo. Ad oggi il maggior numero dei casi positivi riguarda un cluster limitato, il monitoraggio prosegue e deve proseguire per almeno i prossimi 14 giorni. Non possiamo permetterci di farci trovare impreparati. Certo, non sono mancate le criticità – dice – anche per farne tesoro in futuro».
«Dopo l’iniziale autorizzazione di due soli laboratori per l’analisi dei tamponi da parte dell’Istituto superiore di sanità, la Regione Siciliana ne ha autorizzato circa venti tra pubblici e privati ed è pronta ad aumentare ancora questo numero».
«L’emergenza economica in Sicilia è arrivata al suo picco prima dell’epidemia – ha aggiunto il presidente -. Si registrano effetti molto gravi sul tessuto produttivo e le fasce più deboli della popolazione. Una emergenza imprevista e affrontata e i cui strascischi dovremmo affrontare ancora per molto tempo e diversi anni. La Sicilia anche a causa della politiche pluridecennali di scarsa attenzione del Mezzogiorno registrava una assai flebile ripresa e adesso affronta una congiuntura economica da guerra di cui non conosciamo durata e contorni. Il rilevante indebitamento ereditato e il pesante disavanzo certificato dalla corte dei conti e l’ingessamento delle entrate determinato da accordi della precedente legislatura sono elementi che hanno reso assai complessa la redazione di bilancio e legge di stabilità per il 2020. La crisi giunge su una regione economicamente provata e deve affrontare emergenza e piano di ripresa economica che vuole redigere con il contributo di tutte le forze politiche, le organizzazioni sociali e di categoria».