A Tedino, Embalo piace perché, intelligente e sensibile, sa ascoltare, riesce ad anticipare le mosse degli avversari e proporre giocate speciali. Il tecnico ne apprezza il carattere e l’ironia sottile: Carlos scherza, si prende in giro, gioca col colore della pelle («Mi metto sotto il sole per abbronzarmi…»), sdrammatizza. Oppure veste il suo piccolo Kevin, sette mesi ieri, con una maglietta da calciatore, con la scritta: “il mio negretto, my nigga”, espressioni di tenerezza e di felicità. Interevenuto ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”, Carlos Embalo si è espresso così: «Non sono soddisfatto della scorsa stagione. Ho giocato l’ultima partita in rosa proprio contro il Brescia, addirittura da terzino e sull’altra fascia. Il modulo non si adattava alle mie caratteristiche. Ho riprovato con Boscaglia, non è andata come volevo. Quando fallisci, significa che manca qualcosa. La considerazione degli altri è indispensabile, ma dipende sempre da noi stessi. Ora voglio ritrovare slancio e la vera dimensione, dimostrare quello che sono. Ho ancora due anni di contratto, non posso sbagliare. Foschi e Tedino non sono un handicap. Mi hanno sempre accolto a braccia aperte».