Il numero di tamponi sono il nuovo terreno di scontro tra il Comune di Palermo e la Regione Siciliana. Dati che denunciano da una parte uno scarso numero di tamponi da una parte con la richiesta di un più capillare screening e tracciamento, dall’altra la Regione che parla di notizie “falsate” e medita attraverso l’assessore alla Salute Ruggero Razza possibili azioni legali nei confronti di Palazzo delle Aquile. Stando a quanto riferito da “Blogsicilia.it”, la Sicilia è, in rapporto alla popolazione residente, l’ultima regione per il numero di tamponi effettuati: 7503,4 ogni 100 mila abitanti, preceduta dalla Campania con 7861,9. Il dato medio nazionale è pari a 15030,0 tamponi ogni 100 mila abitanti. Per il sindaco Leoluca Orlando “i dati confermano, insieme alla recrudescenza di casi positivi asintomatici, l’assoluta necessità che sia incrementato il numero di controlli, così come siano mantenute e rafforzate forme di tracciamento che permettano, in caso di positività, di identificare e isolare velocemente le persone potenzialmente esposte al contagio”.
Dati su cui non ha tardato a replicare l’assessore alla Salute Ruggero Razza: “Il Comune di Palermo, ancora una volta e senza averne alcun titolo, diffonde una notizia che vedrebbe la Sicilia ultima in Italia per tamponi. Si tratta di una vicenda grottesca e falsata – sottolinea Razza -. In Sicilia, infatti, si applicano le linee guida nazionali sui soggetti cui fare i tamponi e nel rapporto tra positivi e numero di tamponi fatti siamo tra i primi in Italia. Il tampone si può fare a tutti i soggetti indicati dalle linee guida ministeriali e su tutti i contatti dei casi positivi o sospetti positivi. Valuterò nelle prossime giornate se esistono le condizioni per agire in giudizio contro il Comune di Palermo, che non è l’Istat siciliano. Perchè questa stessa sollecitazione non la utilizza il sindaco di Palermo per diffondere i dati sulla raccolta differenziata? O su tutti gli aspetti che riguardano le sue competenze?”.