Protagonista in bianconero, nel bene e nel male: 26 reti in tutte le competizioni nel 2017/18, 17 marcature e titolo di Most Valuable Player (MVP) in serie A nel 2019/20 e 10 gol segnati nell’ultimo torneo, più altri cinque in Coppa Italia. Ma se la carriera di Paulo Dybala, tra luci e ombre, ha toccato l’apice a Torino per poi naufragare, bisogna ricordare che tutto è iniziato a Palermo, in rosanero. Adesso, dopo un’accoglienza trionfale al Colosseo Quadrato, Paulo è alla corte di Mourinho e assieme ai Friedkin è pronto a far sognare un popolo. Del resto, a guardare le quote vincente Serie A è facile notare che i bookmakers hanno indubbiamente valutato al rialzo le possibilità della Roma di contendersi i posti migliori del prossimo torneo. Questo significa che le quote dei giallorossi sono leggermente scese in virtù del miglior potenziale con cui affronterà le altre pretendenti: Milan, Inter e Juventus. Ma dove può realmente arrivare la squadra di Mou grazie a Dybala? Quanto la Joya è rimasto dell’atleta del passato?
Paulo Bruno Exequiel Dybala arriva a Palermo nel 2012 e ci resta per tre stagioni, fino al 2015: 21 marcature in 89 presenze per l’argentino classe ‘93 che in rosanero esordisce all’età di 19 anni sotto la presidenza Zamparini. Prezzo del cartellino: 12 milioni di euro, cifra storica quell’anno per il club siciliano. Scende per la prima volta in campo all’Olimpico subentrando a Fabrizio Miccoli, ma il suo arrivo coincide con la retrocessione dei rosanero e solo tre marcature all’attivo. Basta un solo anno di sofferenza in B e il Palermo riconquista il paradiso: nel 2014 la squadra è di nuovo in massima serie. Dopo la promozione Dybala totalizza 13 marcature. Il passo per arrivare alla Juventus è breve. L’esperienza di Paulo in rosanero finisce il 24 maggio del 2015 alla Favorita, contro la Fiorentina. Standing ovation per lui. Il calcio che conta lo attende a Torino. Palermo, invece, oggi attende il progetto City Group con l’obiettivo serie A, e nel mercato dei sogni si era fatto anche il nome dell’argentino, per quanto fosse praticamente impossibile farlo arrivare in Serie B.
Sono passati dieci anni dal suo arrivo in Italia e il mancino di Laguna Grande, Argentina, non è più esattamente quello di prima. Molti infortuni hanno minato le sue performance ma oggi Dybala può di nuovo mettersi in gioco con una squadra grande che ambisce a diventare grandissima. Detentrice della Conference, quest’anno potrà giocarsi con lui anche l’Europa League. Mourinho può senza dubbio contare sull’estro di un atleta che alza l’asticella delle ambizioni giallorosse. L’argentino può essere il migliore dei partner possibili per Tammy Abraham, sugli scudi per la Roma già nella scorsa stagione.
Dybala troverà un contesto, quello giallorosso, che nello scorso campionato arrivava alla tre quarti con Mkhytarian o Pellegrini, abili a inserirsi dietro le linee di pressione e proseguire, oppure alla capacità di Zaniolo di sfondare. Dybala tende ad allargarsi sul centro-destra, quando riceve, e potrebbe adattarsi bene con Pellegrini piuttosto che con Zaniolo, diretto concorrente nel 3-5-2 di Mou con cui la Roma ha concluso l’ultimo torneo. Oppure si potrebbe immaginare un 4-3-1-2 sbilanciato con Dybala trequartista, o magari un 3-4-2-1 offensivo con Pellegrini in mediana, Zaniolo e Dybala sulla trequarti. Dall’argentino ci si aspetta sicuramente l’esempio e l’esperienza in grado di dare lo switch al resto della squadra e migliorare anche i compagni.
Reduce dal solito infortunio al ginocchio, non si sa quante partite giocherà effettivamente Paulo Bruno Exequiel Dybala di Laguna Grande. Se le cose andranno male, forse avrà tempo di fermarsi e guardare con un pò di nostalgia al passato, quando tutto è iniziato. Palermo lo amava, come si fa con tutti gli argentini in Italia.