Arriva la firma di Mario Draghi al nuovo Dpcm. Le misure saranno illustrate nel tardo pomeriggio dai ministri per gli Affari regionali e della Salute, Mariastella Gelmini e Roberto Speranza. Una conferenza stampa è in programma alle 18.45 a Palazzo Chigi, ma non sarà il premier a presentare il nuovo provvedimento.
Rispetto all’era Conte non sarà dunque il presidente del Consiglio ad annunciare il Dpcm anti Covid-19, ma i ministri competenti e con loro ci saranno anche il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro e il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.
“Non posso anticiparvi nulla, perché noi possiamo comunicare solo quello che sarà il testo del nuovo Dpcm, ma sicuramente ci saranno delle modifiche significative rispetto al modo con cui eravamo finora abituati”, afferma Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, parlando coi cronisti dell’incontro Governo-Regioni a margine della firma dell’Accordo di programma per lo sviluppo degli anticorpi monoclonali per il Covid-19 presso Tls, e spiegando che la discussione è stata “intensa”.
Giani ha spiegato che per il nuovo Dpcm “abbiamo chiesto la capacità di trovare parametri più oggettivi, perché l’Rt non può essere l’unico indice, in quanto si riferisce ai dati che vengono rilevati tre settimane prima”, in primo luogo, poi che le nuove misure “vengano comunicate qualche giorno prima del venerdì”, e infine “la capacità da parte delle autorità ministeriali di rapportarsi alle Regioni in un modo più concertato, ovvero un maggior ruolo del presidente della Regione nell’assumere responsabilità che partono dai dati reali. Effettivamente vedo che c’è un dibattito che entra nella concretezza e nel vivo di questi temi”.
Tra le misure del Dpcm ci sarebbero ristori nazionali per le attività che si trovano nelle zone rosse decise a livello locale per limitare i contagi Covid. A sollecitare il provvedimento era stata nei giorni scorsi la Regione Umbria con una lettera al Governo della presidente Donatella Tesei. Poi, seguita dalle altre, nella Conferenza Stato-Regioni.
Tra le misure che si profilano, la didattica a distanza per tutte le scuole nelle regioni ‘rosse’ e anche nei territori (provincie o comuni) ad alta incidenza di contagi (250 casi su 100 mila abitanti).