“Dovevo andare al Mondiale 2006”: ma la FIGC lo ha squalificato ingiustamente per 7 mesi | Carriera devastata per un errore

Avrebbe potuto partecipare al Mondiale 2006 - ILovePalermoCalcio.com (Foto LaPresse)
Avrebbe potuto alzare al cielo la Coppa del Mondo nel 2006, ma la Figc lo ha squalificato per 7 mesi: sogno infranto
Nella lista dei 23 convocati, da parte dell’allora ct Marcello Lippi, poteva starci tranquillamente il suo nome. Per un motivo e per un altro, però, tutto questo non avvenne mai.
Il Mondiale 2006, quello vinto a Berlino, lo ha visto comodamente dal divano di casa sua. Anche se il rimpianto è tantissimo. Soprattutto perché, nel corso della sua carriera calcistica, ne ha passate di cotte e di crude.
Fino a quando la Figc non si è imposta nei suoi confronti condannandolo ad una squalifica di sette mesi. Accuse che, lo stesso oramai ex calciatore, ha respinto al mittente perché giudicate non vere.
Una carriera calcistica devastata per un errore di cui si pente amaramente. Adesso con il calcio ha chiuso mettendoci una pietra sopra. Anche se i rimpianti ci sono e difficilmente li supererà.
Squalificato dalla Figc per 7 mesi, infranto il suo sogno di diventare l’erede di Buffon
Accusato gravemente, dalla Figc, di aver combinato una partita. Con il passare del tempo, però, venne assolto dalla giustizia perché “il fatto non sussiste“. Negli anni 2000 di lui si parlava un gran bene. Si tratta di Generoso Rossi, ex estremo difensore con un passato importante tra Serie A, B ed estero. Punto di riferimento della Nazionale Under 21 azzurra dal 2000 al 2002, ha subito una brusca frenata nel corso della sua carriera calcistica. Grazie alla giustizia penale è stato riabilitato, ma comunque per lui era già troppo tardi.
In passato, come riportato in precedenza, era considerato come uno dei portieri più promettenti. Nel corso di una intervista, rilasciata anni fa, ha puntato il dito contro la Federazione che lo ha accusato senza alcuna prova. Tanto da rovinargli, appunto, la carriera. In molti lo consideravano addirittura come l’erede di Gianluigi Buffon. Una squalifica, però, che non gli ha permesso di dimostrare a tutti le sue doti calcistiche tra i pali. La Serie A, oramai, era diventata impossibile visto che veniva definito una “mela marcia”.

Le parole amare
Le sue “soddisfazioni” le ha avute in cadetteria dove ha difeso la porta di squadre importanti. Tra queste la Triestina dove è stato accolto, nel migliore dei modi, dai suoi ex tifosi. Nel periodo della squalifica era un tesserato del Palermo, ma dopo che il caso era scoppiato i rosanero non volevano avere più nulla a che fare con lui condizionandolo a rescindere il contratto. A credere in lui il Venezia. Il Tribunale, con il passare del tempo, lo ha dichiarato innocente. Anche se, oramai, c’è solo il tempo di recriminare.
Non potrà mai perdonare la Federazione: “Deve risarcirmi per una vita che non avrò più, forse potevo diventare un fenomeno o restare una promessa inesplosa come a volte accade. Tutti i miei cari e familiari ne hanno sofferto. Non è bello vivere e giocare così. Chiedo Giustizia per me e per la mia famiglia“.