Domenica c’è il Derby del cuore, Savanarola: «Essere partiti alla grande, non significava che avremmo potuto vincere il campionato. Adesso…»
Il capitano dell’Acireale, Giuseppe Savanarola, è intervenuto ai microfoni di “Oplontini.com” parlando del momento che sta attraversando la sua squadra e della prossima partita che vedrà i granata affrontare il Savoia, secondo in classifica, nel “derby del cuore”. Ecco l’intervista del centrocampista 33enne.
Sei alla tua seconda stagione nella squadra della tua città. Immaginiamo che sia stato proprio il legame che ti lega alla tua terra, a farti restare nonostante le numerose offerte ricevute questa estate…
«Essendo proprio di Acireale, due anni fa ho sposato con ancor più entusiasmo il progetto della squadra della mia città e non avrebbe avuto senso non restare anche quest‘anno, visto che la società ha voluto proseguire sulla strada della continuità. L’anno scorso, abbiamo fatto un buon lavoro nonostante alcuni problemi lasciati dalla vecchia proprietà a causa della quale abbiamo dovuto affrontare alcune vertenze pendenti. Nonostante tutto, l’amore che mi lega alla mia città, è stato più forte di ogni cosa, oltre al fatto che sono state gettate le basi per costruire qualcosa di davvero importante nel prossimo futuro».
Siete partiti benissimo, vincendo le prime sei partite di fila, poi, all’improvviso, avete bruscamente rallentato non riuscendo più a trovare la continuità. Cosa è accaduto secondo te?
«Si, siamo partiti benissimo vincendo le prime sei in campionato e le prime due in Coppa Italia, dunque tutti ci davano per favoriti insieme al Palermo ed al Savoia. Ma si sa che il campionato è lungo, e durante il nostro percorso, abbiamo avuto avuto squalifiche e infortuni che ci hanno un po’ penalizzato. Indubbiamente, c’è stato anche un calo fisico, ma il nostro obiettivo è stato sempre quello di divertirci provando a mantenere la scia delle grandi. Essere partiti alla grande, non significava che avremmo potuto vincere il campionato, lo sapevamo, ma non ci aspettavamo neanche di perdere alcuni punti contro le piccole».
L’anno scorso hai segnato cinque reti in tutto il campionato, quest’anno sei già ad otto centri, ed oltre ad essere il calciatore con maggior qualità della squadra, molto spesso l’hai trascinata al successo con le tue giocate. Ti senti bene fisicamente e stai attraversando un ottimo momento di forma?
«Si, quest’anno, tra campionato e Coppa, ho già raggiunto otto reti dunque il record è ampiamente superato. La scorsa stagione, è stato però tutto molto diverso. Il sistema di gioco era differente e giocavo in un ruolo che non era propriamente il mio; quest’anno invece, sono felice di star trovando la via del goal con maggior continuità. In passato, ho avuto la fortuna di vincere campionati e di andare quasi sempre in doccia cifra. Dunque, per me lo scorso anno è stata una sofferenza da questo punto di vista, anche se ovviamente, guardavo prima al risultato perché l’Acireale, squadra della mia città, viene prima di tutto. Per un giocatore offensivo come me, fare goal e’ sempre importante. In tal senso, va dato merito alla squadra perché se riesco a trovare la via della rete, è anche grazie a loro».
Avete un ottimo attacco, come si evince dalle statistiche e siete molto temibili la’ davanti con te, Rizzo ed il neo arrivato dal Taranto, Ouattara ma non si può dire altrettanto della difesa, perché avete incassato parecchi goal. Ciò è dovuto al modo di giocare offensivo del tecnico Pagana oppure è un difetto su cui state lavorando?
«Davanti abbiamo quasi sempre fatto goal. È anche vero che una squadra, a mio avviso, deve essere equilibrata e nel calcio di oggi tutti devono saper attaccare e difendere alla stessa maniera. Questo atteggiamento è molto importante perché ti aiuta a vincere le partite. Ultimamente, abbiamo subito un po’ troppi goal ma è un deficit, a parer mio attribuibile a tutta la squadra. Il nostro gioco, è vero, si caratterizza per essere prettamente offensivo, ma nelle ultime partite alcuni episodi non hanno girato a nostro favore. Abbiamo comunque già analizzato cosa non va con il mister e tutti insieme ci stiamo lavorando».
Dando uno sguardo al calendario ed alle partite sin qui disputate, ne avete finora vinte quattro in trasferta (Castrovillari, Messina, Marsala e Palermo) mentre in casa, soprattutto ultimamente, state un po’ zoppicando. Per il gioco che esprimete in campo, siete una squadra più da trasferta?
«Disponiamo in rosa di gente rapida e ciò non ci agevola sicuramente, tra le mura amiche, dove tante squadre vengono a chiudersi non concedendo spazi. Dobbiamo, a mio avviso, migliorare soprattutto nella gestione della partita perché a volte, ci lasciamo sopraffare dall’ansia anche se, non è facile perché quando le partite non si riescono a sbloccare e alcuni episodi non ci sono favorevoli, inizia a sopraggiungere il nervosismo. Invece, fuori casa, probabilmente affrontiamo le gare con un atteggiamento diverso perché sappiamo che i nostri avversari, giocando in casa, devono dare e fare di più. Ciò ci permette di sfruttare una delle nostre armi migliori, le ripartenze, in cui molto spesso, siamo risultati letali».