Il Palermo di Rosario Pergolizzi domenica se la vedrà con il Savoia, una sfida storica per la compagine rosanero che riporta alla mente alcuni match del passato. Uno su tutti quello del Palermo di Morgia e Biffi che è stato fermato proprio dalla squadra campana nella semifinale play off di ritorno. L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” ha analizzato quella partita intervistando uno dei protagonisti, ovvero Roberto Biffi. Quella partita segnò la fine di un’era, quella di Roberto Biffi con 319 partite disputate in maglia rosanero. Per lui non è un bel ricordo, in quel match fu espulso insieme a Compagno e Antonaccio. «Non è certo uno dei migliori, a quella gara però siamo arrivati scarichi dopo un campionato vissuto in vetta, con la Fermana che ci ha sorpassato alla penultima giornata». Torniamo indietro di vent’anni: al momento dell’espulsione, aveva già capito che sarebbe stata la sua ultima partita col Palermo? «Onestamente lì per lì non ho pensato nulla. C’era troppa delusione per come stava finendo la stagione. Però a mente fredda sì, sapevo che la società avrebbe voluto rinnovare la squadra e io ero in scadenza di contratto,non c’erano stati segnali per una nuova intesa, se non nel caso di promozione in B. Non facendocela, era normale che la vecchia guardia potesse non essere riconfermata. Così è stata nel mio caso, ma non ho rancore. Solo il rimpianto di non sapere come sarebbe andata a finire se avessimo raggiunto il nostro obiettivo,anche perché lo meritavamo». Quei play-off rimangono il suo più grande rimpianto della carriera a Palermo? «Sì, anche se quell’anno fummo ripescati e in ritiro eravamo pronti per affrontare il campionato di C-2. Invece ci siamo trovati in testa al campionato e ci siamo rimasti praticamente per tutta la stagione, fino alla sconfitta in casa del Giulianova. Lì la Fermana ci ha superato, ma a fine girone d’andata noi avevamo undici punti di vantaggio su di loro. Noi siamo arrivati pesanti, non andava più bene nulla e abbiamo affrontato i play-off nella peggiore maniera possibile. Il Savoia era già in vacanza, si qualificò per i disordini di Nocerina-Castel di Sangro e venne a giocare senza nulla da perdere, con la mente libera. Invece si sono trovati a vincere». Sembra quasi un avvertimento al Palermo di oggi, che è a +9 dalla seconda «Ma no, quella di quest’anno è un’altra storia. Per quanto costruita in ritardo, la squadra dell’attuale Palermo non ha niente a che vedere col resto della Serie D. Se non dovesse succedere nulla di particolare, da qui in avanti ne vinceranno ancora parecchie. Non dico tutte, perché magari a giochi fatti ci sarà pure qualche calo di tensione, ma non credo che avranno problemi a tornare in Serie C». Si sarebbe aspettato una partenza del genere da parte del Palermo in questo inizio di stagione? «Di sicuro non è chissà quale sorpresa, anche perché chi sta lavorando perla società ha tutte le credenziali per far bene. Sia in Serie D che in altre categorie. In squadra ci sono dei giocatori nettamente superiori rispetto a quelli delle avversarie che affronta settimanalmente».