Ci sono volute più di due settimane per arrivare ad una sentenza. Una camera di consiglio lunga e faticosa, per la quantità di soggetti e società sul banco degli imputati (28 club tra B, Lega Pro, Lnd, Eccellenza; 49 tesserati coinvolti a vario titolo), e, probabilmente, la qualità di alcune parti dell’impianto accusatorio. -31 per L’Aquila, -20 per la Pro Patria, -12 per il Santarcangelo, 4 anni di squalifica per Arturo Di Napoli: alcune delle richieste più eclatanti della Procura. Troppo severe? Lo scopriremo stamattina, quando il famigerato filone Dirty Soccer, che aprì l’ultima estate calda del calcioscommesse con una lista infinita di responsabilità oggettive e presunte, avrà la sua sentenza di primo grado. I giudici del Tribunale federale nazionale, presieduti dall’avvocato Sergio Artico, hanno riflettuto a lungo, si sono confrontati e hanno deciso se, quali e quante accuse accogliere. Difficile fare previsioni, anche se da più parti si ha l’impressione che il Tribunale ammorbidirà le richieste più esose, pur confermando il grosso dell’impianto accusatorio. Probabile che per i club coinvolti per responsabilità presunta (come il Livorno, l’unico della B), si opti per un’ammenda, non per un punto di penalizzazione. Sperano nella mano leggera anche tutte quelle società per cui 1 o 2 punti in classifica rischiano di fare la differenza. In Lega Pro, Akragas (-4), Catanzaro, Juve Stabia, Savona e Tuttocuoio (-3), Cremonese, Fidelis Andria, Monopoli, Pavia, Prato e Maceratese (-1), queste ultime coinvolte solo per responsabilità presunta. Per tutti, ci sarà un appello, ma non prima di un mese. E saremo già in un momento caldo della stagione.