Diritti tv serie A: arriva la decisione del tribunale. Le ultime
Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso di Sky e confermato il blocco del bando di Mediapro per l’assegnazione dei diritti tv della Serie A nel triennio 2018-2021. Tutto da rifare per gli spagnoli che a inizio aprile avevano presentato i propri pacchetti dopo essersi aggiudicati da intermediari i diritti in terza asta indetta dalla Lega Serie A.
Il giudice Claudio Marangoni, cui Sky si era appellata per verificare se i pacchetti messi sul mercato da Mediapro, operatore che si è aggiudicato il bando della Lega di Serie A, fossero aderenti alle norme italiane, ottenendo in prima istanza una sospensione cautelare, ha stabilito che il ricorso era fondato.
Un duro colpo per i club della Serie A che a meno di tre mesi dal via della nuova stagione non hanno ancora certezza sui pagamenti. Chi trasmetterà la Serie A? E quanto frutterà la cessione dei diritti tv? Una situazione di imbarazzo accentuata dalla mancata presentazione della fideiussione da parte di Mediapro, cui la Lega ha dato tempo fino al 22 maggio per ottemperare agli impegni presi in sede di aggiudicazione del bando.
Senza fideiussione (e senza soldi) le società non possono cominciare a scontare i propri crediti presso le banche trovandosi in grave difficoltà nella chiusura dei bilanci e nella predispozione dei budget per la prossima campagna acquisti. Uno scenario da incubo.
Perché il Tribunale ha dato ragione a Sky
Il Tribunale di Milano ha ritenuto che i pacchetti presentati da Mediapro non rispettassero i limiti del bando aggiudicato agli spagnoli come intermediari e le indicazioni vincolanti dell’Antritrust che aveva ribadito l’obbligo di non agire come operatori ma solo come intermediari garantendo una fase di cessione successiva non discriminatoria.
Nel mirino soprattutto la volontà di Mediapro di commercializzare in proprio la pubblicità legata all’evento sportivo, la mancata indicazione dei minimo d’asta e la scelta di produrre un format da 270 minuti comprendente pre e post-partita così da aprire anche ad altre piattaforme e tecnologie limitando il ruolo di editore dei boradcasters.
In particolare Sky, che aveva offerto complessivamente 630 milioni di euro nell’asta dedicata agli operatori televisivi e poi mandata non aggiudicata dai club, ha sempre contestato la presenza di Mediapro come broadcaster mascherato e non solo intermediario indipendente con la mission (e l’obbligo) di rivendere i pacchetti a sua volta rilevato dalla Lega di Serie per 1,05 miliardi di euro.
Sul tavolo l’ipotesi del canale della Lega, che gli spagnoli vorrebbero fare ma che al momento è escluso dall’attuale bando e dal parere espresso dall’Antitrust. Un passaggio ora ancora più difficile da raggiungere anche se parte dei club spingono per questa soluzione.
Quanto valgono i diritti tv della Serie A
La battaglia vale oltre un miliardo di euro. Soldi che Mediapro si è impegnata a garantire ai club (1,05 miliardi) con anticipo versato e fideiussione da 1,3 miliardi di presentare entro il 26 aprile. E’ denaro vitale per le società che hanno bisogno di poter scontare gli incassi per finanziare il finale di questa stagione e il prossimo calciomercato.
La sola ipotesi di cominciare il prossimo torneo senza copertura televisiva o di ritardare l’accordo è vista come un vero e proprio incubo dalla maggior parte dei club italiani che stanno facendo pressioni perché si arrivi a una soluzione in tempi brevi, scenario difficile da immaginare vista la durezza del confronto legale tra i protagonisti di questa vicenda.
Il tutto nel momento in cui la Serie A è riuscita a vendere al rialzo i propridiritti dell’estero strappando un accordo da 371 milioni di euro a stagione nettamente migliorativo rispetto al passato. Operazione riuscita anche con la Coppa Italia, pagata dalla Rai 35 milioni a stagione contro i 23 del triennio precedente. Lo stop del Tribunale riporta la lancetta indietro nel tempo e allarma tutto il sistema, impegnato nella difficile battaglia della competitività con le leghe top del resto d’Europa.