Diritti tv, come cambia la legge Melandri: sorridono le medio-piccole. Ecco quanto incasserebbe il Palermo in caso di permanenza in A. (Foto)
Nelle prossime settimane, informa Repubblica, la proposta di legge di riforma della Melandri dovrebbe essere presentata ufficialmente. Il senso della modifica è chiaro: garantire maggior equilibrio, o quantomeno provarci. Anche perché, quando la bozza sarà pronta, bisognerà dare vita ad una serie di confronti con gli attori in causa (leggasi squadre di Serie A).
La sostanza della modifica, però, è già nota, riporta Repubblica: dovrebbe essere alzata, infatti, la quota fissa riservata ai club. Dei 924,3 milioni attuali, il 40% (circa 370 milioni) viene oggi diviso in parti uguali tra i 20 club, che quindi incassano circa 18,4 milioni a testa. Un altro 30% viene versato alle società in base al bacino d’utenza, il restante 30% in base ai risultati sportivi. La modifica dovrebbe portare la percentuale fissa al 50%, con conseguente calo degli altri due fattori al 25% ciascuno. Una modifica non da poco, che ridurrebbe le distanze tra le società in quanto a ricavi: la parte fissa per ogni società infatti passerebbe da 18,4 a 23 milioni.
Con il sistema attuale (40/30/30) il rapporto tra chi incassa di più e chi incassa di meno è di 4,6 a 1: si va dai 104,4 milioni della Juventus ai 22,4 del Frosinone. Inoltre, le prime 10 ricevono complessivamente 625 milioni, le seconde 10 solo 297: un divario netto, considerato eccessivo.
La modifica della Legge Melandri dovrebbe ridurre notevolmente le distanze: il rapporto tra prima e ultima calerebbe a 3,6 a 1, con differenze meno marcate, dai 94,8 milioni della Juventus sempre capolista ai 26,3 del Frosinone.