L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha riportato un’intervista a Diletta Leotta il quale si è espressa su vari temi che riguardano il calcio ma anche alla sua vita privata.
Diletta Leotta ti guarda dritto negli occhi e ti trasmette cos’ha visto. Dietro le pupille color nocciola ci sono i colori di tutta Italia: Milan, Inter, Roma, Juventus, Lazio, Fiorentina e soprattutto l’azzurro di Napoli campione d’Italia. L’ultimo evento raccontato dalla conduttrice di Dazn ospite ieri alla Milano Football Week, evento organizzato da La Gazzetta dello Sport all’Anteo Palazzo del cinema di Milano. Diletta, arrivata al sesto mese di gravidanza, si presenta in abito scuro, stringe mani, sorride e si racconta sul palco, nell’incontro “La Signora del gol” con Cristina Fantoni. Prima di entrare in scena però, sui divanetti vicino alla sala Excelsior ha parlato dell’ultimo periodo della sua vita, tra uno scudetto raccontato in prima persona e un futuro da madre molto vicino.
Diletta, cosa l’ha colpita di più della festa del Napoli? «Uno striscione visto al Maradona durante la partita con la Salernitana. C’era scritto “amore senza fine”. Nel senso di amore incondizionato, passionale, in cambio di nulla. Solo amore, ecco. Mi ha fatto pensare molto. Viverlo in città è stato fantastico, un festeggiare continuo».
Spalletti, su Dazn, non è riuscito a trattenere le lacrime. «Si è lasciato andare e ha fatto bene. In fondo, questo scudetto se l’è meritato dopo anni di grande calcio. È una persona unica. Ho avuto la fortuna di intervistarlo in estate nella sua tenuta in Toscana. Ricordo che mi disse di essere arrivato a Napoli per creare nuovi leader. E alla fine ci è riuscito. Nessuno ha meritato questo titolo più di lui».
Come ha conosciuto il suo compagno, Loris Karius? «Ero in un ristorante a Parigi con le amiche. Entra lui e dico, “ecco ragazze, è appena entrato l’uomo della mia vita”. Ho avuto ragione. Ogni tanto ne parliamo ancora. Tra l’altro, dentro il locale, non l’avevo riconosciuto».
Dica la verità: spera di vederlo giocare in Italia? «Egoisticamente sì, ma al tempo stesso gli auguro il meglio per la sua carriera. Parliamo di un ragazzo che ha saputo sempre rialzarsi».
Magari lo farà qui da noi, chissà. «Non nego che sarebbe bello vederlo giocare vicino a me, magari intorno a Milano o in Lombardia o in Liguria. Insomma, possiamo spostarci su tutto il Nord Italia, ma anche al Centro o al Sud. Sarebbe molto più comodo rispetto a Newcastle».