Difesa da incubo, Palermo al bivio: o rinuncia al gioco o cerca rinforzi
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla difesa da incubo del Palermo.
È tornata la difesa da incubo, quella dei tre gol a partita che ha aveva portato il Palermo al terz’ultimo posto in classifica. Il 3-2 di Cosenza rievoca vecchi problemi che sembravano risolti. Per tre ore, infatti i rosanero erano riusciti a tenere la porta inviolata e la conseguenza è stata infilare tre risultati utili di fila (il pari con il Cittadella e le vittorie come Modena e Parma), un percorso utile iniziato dal 3-3 con il Pisa, ultima partita che ha visto la difesa farsi perforare tre volte. Invece adesso diventano cinque le gare in campionato con tre reti al passivo (Ascoli, Reggina, Ternana, Pisa e Cosenza) figlie però di tre prestazioni diverse.
L’impermeabilità Corini l’aveva ottenuta con un cambio di atteggiamento: più coperto con un baricentro più basso, più stretto tra i reparti e con maggiore filtro per la linea difensiva che quando e protetta fa il suo, ma se non trova aiuto va in crisi nei duelli individuali. La partita del Marulla ha detto questo e molto altro: prima di tutto che se il Palermo prova a fare la partita perde solidità, perché la distanza tra le linee si allunga e le coperture preventive spesso non sono omogenee come quando la squadra imposta una gara di attesa e ripartenza. In secondo luogo il reparto arretrato nella sua composizione propone enormi lacune strutturali, per che nessuno dei difensori in organico e rapido nell’ accorciare o nell’anticipo e soffre la velocità degli avversari.