L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta le dichiarazioni di Tony Di Piazza, vicepresidente del Palermo. Ecco quanto affermato. «Uno dei primi ricordi che ho da piccolo – racconta il vicepresidente del Palermo Tony Di Piazza – è legato alle partite a calcio che facevamo per strada a San Giuseppe Jato. Ricordo la gioia e la spensieratezza di quei momenti». Di Piazza, quanto è grande il balzo dalle partite da bambino alla vicepresidenza di una squadra di calcio? «È passato tanto tempo. Ma in fin dei conti il denominatore comune è sempre il pallone e la passione per il calcio». Che ricordi ha del momento in cui la sua famiglia scelse di partire da San Giuseppe Jato? «Avevo otto anni, di quel periodo in cui lasciammo San Giuseppe Jato per andare in Svizzera ricordo poco. Preferisco tenere a mente le partite di calcio con i miei amici in piazza. Ho ricordi più nitidi e consapevoli di quando invece siamo partiti dalla Svizzera per andare in America, anche perché avevo quattordici anni». Avevate più paura o speranza? «Non era proprio un viaggio al buio perché c’erano dei parenti ad aspettarci in America che ci hanno dato supporto nella prima fase del nostro arrivo. In quel periodo quello americano era davvero un sogno. Si andava per cercare un futuro migliore, non solo condizioni di lavoro migliori, ma a volte semplicemente un lavoro per portare i soldi a casa». Come ha fatto la sua fortuna? «Ho iniziato comprando e vendendo immobili. A volte correndo dei rischi che erano sì calcolati, ma che hanno dato dei risultati anche al di là delle aspettative. L’America per me è stata davvero un’opportunità che sono riuscito a fare fruttare. Oggi la mia impresa ha una disponibilità tantissimi immobili a disposizione dei nostri clienti fra New York e la Florida. Ci rivolgiamo a un mercato piuttosto vario e ampio». Posso chiederle quanto è il fatturato della sua azienda? «Sì, può chiederlo, ma preferisco non rispondere a questa domanda. Non mi va di fare troppa pubblicità a queste cose. L’importante è che i tifosi sappiano che abbiamo la capacità per mantenere il nostro impegno».