Attraverso una nota, il presidente del Palermo, Dario Mirri, ha parlato di una possibile azione legale nei confronti di Tony Di Piazza, il quale ha detto di volere recedere dalle proprie quote societarie:
“Egregio Sig. Tony Di Piazza, caro Tony, abbiamo già preso atto nelle sedi competenti della tua volontà di recedere dall’avventura che abbiamo insieme intrapreso e per la quale, nonostante tutto, ti siamo grati. Tutti insieme siamo riusciti ad attuare parte di quel progetto, pensato e voluto da noi e, poi, da noi con te condiviso, che ha portato Palermo ad esistere già ed ancora nel mondo del calcio professionistico. Le difficoltà erano tante (e lo sapevamo) e la pandemia che ha colpito l’economia del mondo intero non ci ha certo aiutato, costringendoci a giocare in stadi vuoti ed allontanando la gente ed i tifosi spesso costretti a confrontarsi con pensieri e problemi ben gravi (e ciò con tutto quello che questo ha comportato per i ricavi, sostanzialmente azzeratisi fatta eccezione per gli introiti acquisiti grazie al rapporto negoziale con Infront da Te osteggiato pur in assenza di qualsivoglia alternativa).
Siamo appena all’inizio del percorso e, tuttavia, non possiamo dire di essere sorpresi da questa tua iniziativa. Le tue perplessità ci erano note da tempo, viene da dire all’indomani della firma (e, dunque, sin dall’inizio), quando hai mostrato di poco gradire i patti che avevamo appena firmato (cercando di disconoscerli) e che muovevano proprio da quel presupposto che mostri di non più condividere e che vede la maggioranza fare la maggioranza e la minoranza fare la minoranza, in una fattiva collaborazione che fondava (e fonda) su una base, per me, altrettanto indiscutibile e resa chiara sin dall’inizio: il mondo del calcio è un modo difficile e peculiare, nel quale i soci (ferme sempre le posizioni di maggioranza e minoranza) debbono fare un passo indietro nella gestione e lasciare spazio agli specialisti, alle competenze ed alle loro responsabilità, salvo poi a giudicare sulla base dei risultati ottenuti.
I tuoi ripensamenti, del resto, sono stati ripetuti e continui (ultimo quello su Paparesta, ma prima di questo, quello sull’essere o no Vice Presidente, quella sul Centro sportivo, quello sui versamenti e su quant’altro) e, nonostante questo, siamo riusciti ad andare avanti, con te deluso dall’impossibilità di intervenire su giocatori, allenatori e squadra nel rispetto di quella autonomia dettata dalle specificità del mondo del calcio cui prima si accennava e noi impegnati a fare andare avanti le cose (ormai quasi sempre solo a maggioranza) sempre, comunque, cercando – lasciamelo dire – di ravvivare quel tuo entusiasmo iniziale. Non è questa, comunque la sede per rispondere alle numerosissime inesattezze ed errori contenuti nella lettera con la quale cerchi di giustificare un recesso frutto solo della volontà di tirarti indietro (cosi ad esempio, parli delle posizioni espresse dal Collegio Sindacale in occasione dell’approvazione del bilancio, ma dimentichi di dire che questo ha espresso il suo parere favorevole cosi confermando che le questioni ed i rilievi non sono al fine rilevanti; parli di aumenti di compensi dimenticando di dire che il Presidente non prende un solo euro, che i compensi delle figure operative sono tutti in linea, se non al di sotto, dei parametri della categoria dipendendo gli aumenti dal fatto che si proveniva dal mondo dei dilettanti e che il problema, semmai, era di evitare di continuare a pagare chi, invece, non ha prestato alcuna attività a favore della Società, cc.).
È vero, infatti, che in proposito esistono sedi e mezzi ben più appropriati, tanto più a fronte della tua decisione di rendere pubblico, non solo il recesso, ma anche le motivazioni con le quali cerchi di giustificarlo, sebbene le stesse non siano affatto dagli altri (Società, Soci, organi) condivise. Ciò che, com’ė chiaro, è capace solo di creare inutili tensioni e sterili polemiche e, dunque, un grave nocumento alla Società ed al suo valore. Il che, se da un lato non può che portare la Società a fare ogni riserva sui danni arrecati, dall’altro suona come l’ennesima conferma di ciò che ha caratterizzato la tua condotta a seguito dei tuoi ripensamenti: una continua e reiterata mancanza di rispetto verso la Società e tutto quello di importante che questa rappresenta.
Di tutto ciò, comunque, non possiamo che prendere atto, per subito concentrarci a proseguire oltre sul percorso da compiere, valutando e, ove occorrendo, rivisitandone l’impostazione nell’interesse primario della squadra, della Città e dei tifosi, in modo da poter perseguire gli obiettivi ancora da raggiungere. Ciò che ci auguriamo possa rassicurare anche te ed il tuo cuore. Un cuore nel quale, evidentemente, il rosanero non è mai riuscito a prendere il posto di quanto altro presente, come dimostra la tua decisione di abbandonare l’impresa in piena emergenza Covid, lasciandoci soli (ovviamente fermi gli obblighi che tuti abbiamo già assunto) a portare avanti ciò che concretamente vogliamo realizzare. Io/noi non molliamo, non cerchiamo pretesti per fuggire.
Con i migliori saluti
Dario Mirri”