“Soltanto quattro anni fa sarebbe stato impossibile anche immaginare una sfida del genere. Il Siracusa in Terza Categoria, sprofondato negli inferi del calcio dopo un primo posto sul campo in Lega Pro: promozione in B conquistata come il sogno più grande e sfumata solo per inadempienze societarie. Il Catania in Serie A nella sua stagione più bella: gol, bel gioco e ottavo posto in classifica davanti a squadre come l’Inter. Sabato, invece, a distanza di 24 anni dall’ultima volta in campionato, le due squadre saranno di nuovo contro.
Neopromossa una – con il mirino ben puntato sull’obiettivo salvezza -, attrezzata per il salto di categoria – ma alle prese con una pesante penalizzazione iniziale – l’altra. Target differenti, ma entrambe le società protagoniste in questo inizio di stagione in Lega Pro, palcoscenico di un incontro per cui la febbre sta crescendo sempre di più. Particolarmente forte quella che si avverte a Siracusa, città da giorni in totale fibrillazione: attività commerciali pronte ad osservare orari ad hoc, impegni di ogni genere disdetti e la voglia di essere presenti per provare a dare un contributo utile a sfatare un tabù lungo 64 anni. Era il 1952, infatti, quando gli azzurri vincevano per l’ultima volta un derby al ‘Nicola De Simone’, adesso la nuova grande occasione. Un possibile appuntamento con la storia, proprio come recita anche lo slogan scelto dalla società in un video promozionale che nelle ultime ore sta spopolando sui social.
E a Catania? Reazione apparentemente più distaccata dalle parti dell’Etna – “il nostro derby è solo contro il Palermo”, dicono i tifosi rossazzurri -, ma la consapevolezza di avere assoluta necessità di trovare quella continuità utile a tentare l’assalto ai piani alti della classifica. 24 i punti per la squadra di Rigoli, tre in più del Siracusa, a sua volta distante un solo passo dal treno playoff e con sei lunghezze di vantaggio sulla zona playout. E quanti incroci nella sfida, con tanti protagonisti legati da un filo indistruttibile da una parte e dall’altra. A partire da Davide Baiocco, che a 41 anni corre ancora in mezzo al campo da capitano del Siracusa e che a Catania viene ancora acclamato tra i calciatori simbolo della rinascita rossazzurra. Con lui anche Andrea Sottil, un tempo centrale insuperabile nella difesa del Catania e adesso leader assoluto del Siracusa, sulla cui panchina ha vinto entrambi i campionati disputati. Poi Tino Parisi, terzino classe ’95 della squadra di Rigoli la cui carta d’identità, alla voce ‘luogo di nascita’, recita ‘Siracusa’. Fino a Giuseppe Sibilli, pedina fondamentale dello scacchiere di Sottil nella cavalcata trionfale della scorsa stagione in Serie D e acquistato dal dg rossazzurro Pietro Lo Monaco l’ultimo giorno di mercato nonostante un grave infortunio al crociato. E Lele Catania? Non solo il cognome, anche le origini. Catanese doc che di mestiere fa gol con la maglia azzurra addosso. E che già nella gara di Coppa Italia ad agosto ha messo la sua firma.
Storie da raccontare, destini pronti ad incrociarsi. Per una partita che in campionato manca da 24 anni. Nel frattempo è cambiato tutto, ma non la passione delle due città. ‘Me l’hanno sempre raccontata’, si sente da più parti. Sabato alle 14:30 l’occasione per ri-viverla. Da un lato chi non aspettava altro che questo momento, dall’altro chi credeva di non assistervi più. Ecco Siracusa-Catania, uno dei derby più accesi di Sicilia. E pensare che soltanto quattro anni fa sarebbe stato impossibile anche immaginare uno scontro così…“. Questo quanto si legge nel sito del noto esperto di calciomercato Gianluca Di Marzio.