Di Marzio: “Da Erice alla Serie A, Fabrizio Alastra e la tradizione dei giovani portieri…”
Il sito ufficiale del noto giornalista esperto di calciomercato, Gianluca Di Marzio, dedica un lungo pezzo a Fabrizio Alastra e alla tradizione dei giovani portieri in Italia. Ecco quanto si legge: “Numeri 1 e 10, i portieri e i trequartisti, la storia del calcio italiano ha espresso moltissimo in questi ruoli. Da Zoff a Rivera, da Buffon a Totti, da Toldo a Roberto Baggio, da Marchegiani a Mancini, l’ossatura della Nazionale si è spesso costruita su queste due figure. L’evoluzione del calcio ha trasformato il concetto del “numero 10” che oggi è spesso dirottato sulle corsie laterali. La fantasia, la classe sono sempre fattori determinanti nelle partite di calcio ma si esprimono in modo diverso, inquadrate in un contesto tattico più rigido del passato.
Resta immutata, invece, la storia dei numeri 1, dei portieri, dove l’Italia se la cava da sempre. Buffon ha lasciato il vuoto, infatti, si cerca spesso il giocatore che possa raccogliere la sua eredità. L’indiziato principale è Gianluigi Donnarumma, il gigante di sedici anni che ha conquistato la porta del Milan. In questi anni, però, l’etichetta di “nuovo Buffon” è stata utilizzata per tanti portieri che stanno provando ad emergere dai vivai italiani. Il primo è stato il ’96 Scuffet che, dopo il rifiuto all’Atletico Madrid, si sta facendo le ossa al Como in serie B; ci sono poi Sportiello, Perin ed altri giovani interessanti. La prossima speranza di casa Udinese è il ’97 Meret, che ha già trovato spazio in Coppa Italia e che attende la sua chance in campionato. 1185 chilometri distanziano Udine e Palermo, ma mentre Meret scalpita in attesa di nuove opportunità, in Sicilia c’è un portiere ’97 in rampa di lancio.
Al 38′ di Palermo-Torino s’infortuna Sorrentino, Bosi chiama Alastra per l’ingresso in campo. Il palcoscenico non è il “Santa Flavia”, dove più volte Bosi e Alastra hanno condiviso le emozioni delle partite della Primavera rosanero, ma il “Renzo Barbera”. Il Palermo soffre, Alastra evita la goleada del Torino, cade solo in occasione della rete dell’1-3 di Immobile. Fabrizio mette in mostra il suo repertorio: è reattivo, ha rapidità d’esecuzione, ha personalità anche quando è chiamato in causa nella gestione del pallone con i piedi. L’esame è superato e il ritorno di Iachini non dovrebbe “spegnere” la fiducia che il Palermo ha avuto in lui in un momento difficile. All’Olimpico contro la Roma dovrebbe toccare proprio ad Alastra difendere i pali della porta rosanero dal primo minuto.
Ma chi è Fabrizio Alastra? E’ nato ad Erice, ha iniziato il suo percorso nel Trapani Junior Club prima che proprio il Trapani lo prelevasse. Nel club granata resta fino all’estate del 2013, poi è il Palermo a notare le sue qualità e a puntare fortemente su di lui. L’avventura di Alastra inizia nella categoria Allievi Nazionali, è mister Scurto a dargli fiducia. A febbraio Alastra è già in Primavera, Bosi deve rimediare all’infortunio di Pellitteri e alla Viareggio Cup lancia Fabrizio sotto età. E’ una scelta fruttuosa, il Palermo è protagonista di una grande avventura, cade solo in semifinale ai rigori contro l’Anderlecht. E’ il Milan di Inzaghi a festeggiare, Alastra porta a casa il premio di miglior portiere del torneo. Nelle stagioni successive Alastra assapora sempre di più l’atmosfera della prima squadra. In Primavera gioca il ’98 Marson, Alastra è costantemente con Vazquez e compagni. La vita è fatta di situazioni favorevoli che bisogna saper cogliere ed è così anche per Alastra. Il Palermo a gennaio lascia andare Colombi al Carpi, arriva Posavec dall’Inter Zapresic ma nelle gerarchie della società rosanero è Alastra il secondo portiere alle spalle di Sorrentino. L’infortunio dell’esperto numero del Palermo ha aperto le porte all’esordio di Alastra che non vuole più fermarsi. Casillas è il suo modello, sfruttare la grande chance al Palermo e l’approdo in Nazionale i suoi obiettivi. In Under 19 Meret e Audero gli hanno chiuso gli spazi dopo le esperienze in Under 17 e Under 18 di Lega Pro. Sorrentino ha 36 anni e il contratto in scadenza a giugno, chissà che questi tre mesi e mezzo possano regalare ad Alastra un sogno: la porta del “Barbera” da numero uno, lì dove l’Italia non ha mai sfigurato”.