L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista a Gianluca Di Marzio il quale ha parlato in merito al Palermo.
Il primo ha giocato una gara da universale, con i giocatori del Bari che avevano l’impressione di affrontare un suo clone per ogni reparto del campo. Il secondo, a quasi 36 anni, sta vivendo una seconda giovinezza sulla trequarti, il terzo, a 30 anni suonati, ha segnato il suo primo gol in serie B. Se il Palermo di Corini, da cantiere aperto, stupisce per personalità e coraggio, lo deve anche ai tre signori che al San Nicola sono stati decisivi: Jeremie Broh, migliore in campo con distacco, Roberto Floriano, capitano e rigenerato nel suo nuovo ruolo di rifinitore imprevedibile alle spalle di Brunori, e Nicola Valente, che ha traslocato sull’altra fascia e ha trovato un gran gol a Bari. «Ho seguito molto Broh l’anno scorso ed era un giocatore interessante ma nulla di più – dice il giornalista ed esperto di mercato Gianluca Di Marzio – Questo Broh, che nell’emergenza ha giocato quasi per caso, oggi, al di là dell’arrivo di Stulac e Segre, è insostituibile, non si può lasciare fuori, è una piacevolissima scoperta».
Sembra che un anno con l’aria di montagna delle Dolomiti abbia giovato all’italo-ivoriano, tornato da una buona stagione in C con il Suditirol. A Bari “Brohgba”, in assonanza con Paul Pogba, come lo chiamano già con affetto molti tifosi palermitani, ha giocato una gara di sacrificio, recuperi, inserimenti e strappi improvvisi. Nella prima fuga palla al piede per poco Floriano non segnava il gol del vantaggio. Nel secondo coast to coast, all’ottantesimo minuto, mentre i compagni erano in affanno e il Bari attaccava a testa bassa, ha dimostrato uno strapotere fisico che in questo momento lo rende indispensabile. Ma a stupire sono stati anche gli altri due compagni, figli del vecchio Palermo di Baldini. «Pensavo che Valente, spostato dalla fascia destra alla sinistra, avrebbe perso qualcosa e avrebbe partecipato meno al gioco – dice ancora Di Marzio – ma mentre lo confidavo a una collega, lui ha segnato il gol del vantaggio».
Ha stupito tutti anche Floriano, che è stato l’ultimo dei senatori del Palermo della serie C a essere confermato, con la sensazione che il prolungamento del contratto fosse arrivato più per gratitudine per i 4 gol nei play-off che per scelta tecnica. E invece è stato determinante sia contro il Perugia che al San Nicola, dove è restato in campo per 80 minuti: «Corini ha avuto l’intuizione di schierarlo al centro sulla trequarti, dove con la sua qualità può incidere molto di più rispetto alla fascia, dove non ha più la corsa di qualche anno fa – commenta Di Marzio – ma è chiaro che le cose cambieranno quando il tecnico potrà schierare il suo 4-3-3. Se la difesa con l’arrivo di Bettella è sistemata, a centrocampo arriveranno sicuramente altri due giocatori».
Uno sicuro è Segre – «domani (oggi ndr) farà le visite mediche», è sicuro Di Marzio – l’altro potrebbe essere Saric dell’Ascoli, prossima avversaria del Palermo, oppure Bisoli del Brescia. «Visto da Bari – dice ancora Di Marzio – il Palermo ha fatto un’ottima impressione per essere una squadra in costruzione che affrontava un avversario che ha cambiato pochissimo, davanti a 35mila persone. Da bordo campo ho visto un Corini perdere il suo classico aplomb e sbracciarsi, segno di quanto tenga a questo progetto e alla responsabilità di allenare il Palermo». Ma la sensazione è che il Palermo stia mettendo i mattoni per un progetto stabile e di grandi prospettive. «L’ho percepito osservando in tribuna il direttore generale Giovanni Gardini – conclude Di Marzio – c’è tutta l’intenzione di costruire, nel tempo, un grande Palermo».