L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su Francesco Di Mariano con il Palermo in attesa dei suoi gol.
Lo scivolone nell’azione che sabato ha portato al 4-2 non è certo da ricordare, ma ha rovinato solo in parte l’ennesima gara tutta cuore e inveniva: nella logica di turnover che ha attraversato il trittico Cremonese-Ternana-Brescia, Di Mariano è tra quelli che hanno sempre giocato dal primo minuto, proprio per la sua capacità di trovare dal nulla lo spunto per accendere la partita. I quattro assist con cui ha iniziato il 2024, che uniti a quello di Reggio Emilia ad agosto lo rendono il rosanero con più passaggi vincenti all’attivo, hanno convinto Corini a inserirlo in pianta stabile nell’undici iniziale; al numero 10 manca però la ciliegina sulla torta, ovvero cancellare quello zero alla voce gol segnati.
Domenica saranno trascorsi 365 giorni dall’ultima rete con la maglia del Palermo: dopo la doppietta al Cittadella dell’11 marzo 2023 è iniziato, complici gli infortuni, un lungo digiuno che Di Mariano non è ancora riuscito a spezzare. L’occasione più ghiotta è capitata a Bari, dove però ha calciato alto dal dischetto; da quel momento la sua stagione è stata piuttosto altalenante fino alla gara con il Catanzaro, dove l’assist per l’1-1 di Segre ha inaugurato un nuovo capitolo dell’avventura in rosanero. I due passaggi vincenti nel successivo match con il Bari hanno fatto il resto: in quell’occasione era partito dalla panchina, cosa che da lì in poi non è più avvenuta.
Il nuovo 4-2-3-1 plasmato da Corini sembra cucito su misura per il numero 10: discreto al Ceravolo (a destra), devastante con i pugliesi (sinistra) e il Como (destra), sempre efficace nelle altre occasioni. Non a caso, l’uno contro uno perso con Jallow in occasione dell’ultimo gol del Brescia è arrivato dopo il passaggio al 4-4-1, obbligato dall’espulsione di Marconi: un aspetto che conferma come la posizione più congeniale di Di Mariano non sia né sulla linea dei centrocampisti né su quella degli attaccanti, ma esattamente a metà tra i due reparti con libertà di affondare sulla fascia, destra o sinistra che sia; proprio da una di queste percussioni, quando ancora il Palermo era schierato con il 4-2-3-1, era arrivato il rigore del momentaneo 1-1 con l’intervento in netto ritardo di Besaggio sull’ex Lecce.