Di Gaudio: «Sono contento di essere ad Avellino. I palermitani mi hanno accolto benissimo»
Il palermitano Antonio Di Gaudio ha rilasciato le sue prime dichiarazioni da nuovo calciatore dell’Avellino. Le sue parole riportate da “TuttoAvellino.it”:
«Sono contento di essere ad Avellino. Ho ricevuto altre offerte, poi Di Somma ha parlato col mio procuratore e ho accettato di buon grado di venire qui. Mi è scattato dentro qualcosa. Darò tutto me stesso, sono venuto per mettermi in gioco in una società importante. Ci sono altre squadre molto attrezzate, ma noi ce la giocheremo sicuramente per la vittoria del campionato, pensando a una partita per volta: dobbiamo essere padroni del nostro campo e fuori giocarcela a viso aperto contro tutti».
«Il gruppo è composto da ottimi ragazzi, vedo tanta cazzimma. Io suderò la maglia, l’ho sempre fatto e chiunque ha apprezzato il mio modo di giocare oltre che le mie qualità tecniche. Di Somma e mister Braglia hanno allestito un gruppo sano, so che le aspettative sono molto alte, ma ho giocato in piazze come Parma e Verona e so cosa significa. Ho la determinazione e voglio mostrare le mie qualità, suderò per la maglia e per l’Avellino farò di tutto, anche il terzino. Spero di ricambiare le aspettative dei tifosi, poi parlerà il campo per tutti».
«Mi sono sempre allenato, anche se a parte dopo il fallimento del Chievo. Ho avuto un preparatore con me a Palermo, mi manca il campo, ho bisogno di sentire il clima partita e spero di giocare il prima possibile, se mister Braglia lo vorrà. Lui è molto schietto, l’ho conosciuto da avversario, ci sono state spesso scintille. Fa giocare chi sta bene, punta su di me e sono contento, mi lusingano i suoi elogi».
«Gli altri palermitani mi hanno accolto benissimo, Carriero l’ho sentito al telefono, spero di ricambiare il loro affetto. A me il girone C di Lega Pro è sempre piaciuto e mi è sempre piaciuto l’Avellino, volevo giocare in questa città e in questo girone, ora spero di dare tutto me stesso per toglierci grandi soddisfazioni. Questa è come se fosse una Serie B, bisogna giocare alla morte su tutti i campi».