«Al momento è prematuro emettere giudizi perché ad oggi la Procura Federale ha notificato solamente la comunicazione della conclusione delle indagini e non è possibile sostenere che vi sia la prova concreta che le norme siano state violate. Da questo punto di vista, sarà la Giustizia Sportiva che dovrà esprimersi sul punto posto che soltanto all’esito del procedimento sarà possibile effettuare una valutazione più dettagliata che tenga conto non solo delle risultanze della Procura ma anche della difesa che verrà espletata. Le norme federali sul punto sono chiare: l’art. 16 bis delle NOIF infatti prevede anzitutto che l’avvio del procedimento disciplinare comporta per i club la sospensione dei contributi federali, che saranno revocati in caso di pronuncia definitiva. Ma non solo. Permanendo l’inosservanza del divieto di cui trattasi, le società oggetto di controllo non saranno ammesse al Campionato di competenza decadendo dai contributi federali. Ritengo che quanto disposto dalle normative federali non lasci adito ad alcuni dubbi in merito alle situazioni evidentemente vietate in tema di partecipazioni societarie. Peraltro con il Comunicato 112/A la Federazione ha approvato ulteriori modifiche in tema di acquisizioni societarie rendendo la normativa più stringente, ma è chiaro che la prassi mette sempre a nudo nuove fattispecie, e da questo punto di vista non sempre è semplice prevenire quanto può accadere. L’importante a mio avviso è che ad ogni situazione vi sia una reazione da parte degli organi federali con l’introduzione di nuove norme che evitino la ripetizione degli errori del passato. Il rischio altrimenti è quello di dover applicare una norma che nel concreto risulta insufficiente in quanto incapace di prevenire il problema». Queste le parole dell’avvocato di diritto sportivo, Cesare Di Cintio, rilasciate ai microfoni di “Pianeta Serie B” in merito al caso Petroni che coinvolge Trapani e Juve Stabia.