«Manuel è uno degli attaccanti più talentuosi prodotti dai vivai venezuelani in questi ultimi anni. Si tratta dell’erede di Salomon Rondon, centravanti ben noto in Europa per aver giocato anche allo Zenit San Pietroburgo, e adesso in forza al West Bromwich Albion. E’ un centravanti molto giovane, ha appena compiuto 21 anni, già aveva avuto un’esperienza in Italia con il Parma. Poi è tornato qui, noi abbiamo compiuto uno sforzo economico non indifferente per riaccoglierlo e con noi è cresciuto tanto. Secondo me ci sono tutti i presupposti affinché possa diventare uno dei migliori cannonieri della storia del nostro paese. E’ un classico numero 9, un rapinatore dell’area di rigore. Sa sfruttare bene il suo fisico, gioca bene spalle alla porta e riesce spesso a vincere i duelli fisici con i difensori avversari. Calcia bene dalla distanza, è dotato di un buon piede, è ambidestro. Sa rifinire adeguatamente, capisce dove andare a chiudere l’azione e sa inserirsi astutamente senza palla. Il salto verso un campionato di livello qual è la Serie A arriva in un momento perfetto per lui che ha chiuso questi mesi in crescendo». Questo l’identikit di Manuel Arteaga fatto da Manuel de Oliveira, direttore generale dello Zulia, squadra di provenienza del giovane centravanti appena acquistato dal Palermo. Il dg ai microfoni di “Mediagol.it” svela anche qualche retroscena e condizioni della trattativa che lo ha portato in rosanero: «Posso confermare che il cartellino del giocatore è per il cento per cento del Palermo, nessun frazionamento con fondi d’investimento, né con agenzie varie di procuratori. I rosanero hanno comprato le prestazioni del calciatore per intero. Adesso manca solamente l’esito delle visite mediche. Da quanto tempo andava avanti la trattativa? Il Palermo era su Manuel Arteaga da tanto tempo, quasi due mesi. C’erano diverse squadre che lo volevano e hanno provato a ingaggiarlo, parliamo di società italiane, inglesi e di una francese. A luglio è stato molto vicino a trasferirsi in MLS. Al Palermo di Zamparini diamo un giocatore che gode di ottima salute, un attaccante praticamente fatto che deve solamente ultimare il percorso di crescita, non credo gli servano tanti mesi per poter incidere e decidere in Serie A. Lo farà rubacchiando anche qualcosa ad attaccanti di altissimo livello come Franco Vazquez, Djurjdevic e Alberto Gilardino. Potersi allenare con gente del loro calibro può solamente fargli bene»