Dg Piacenza: «Rifondato il progetto del club. Riforme? La C va benissimo così»
Intervenuto ai microfoni di “Tuttomercatoweb.com”, Marco Scianò, dg del Piacenza, si è espresso così sul nuovo progetto societario: «La decisione di improntare un cambio di strategia era già stata presa, serviva rifondare il progetto tecnico del club, ma chiaramente il Coronavirus ha accelerato i tempi: in una situazione normale a fine aprile avremmo finito il campionato e la cosa avrebbe fatto meno scalpore, ma la pandemia ci ha portati a essere padroni del nostro futuro, trovandoci subito di fronte a perdite economiche che hanno dato il via alle operazioni da fare. Anche perché a inizio maggio, quando abbiamo sfoltito la rosa, pareva chiaro che il campionato non riprendesse, almeno quello di C: è una categoria, la nostra, che abbraccia tutta l’Italia, non è come in Serie A o B dove c’è un numero ridotto di squadre e dove ci sono anche altre entrate. C’è quindi stata sorpresa per la decisione del Consiglio Federale? Dato il susseguirsi di eventi, l’esito del Consiglio Federale era scontato. Ma io non sono d’accordo con i playoff volontari, e no perché noi abbiamo deciso di non farli, ma perché a mio avviso si doveva finire in tempi molto più celeri questa logora stagione che forse si sarebbe dovuta annullare: ho visto mettere troppi “punti e virgola” invece che “punti”, per altro il tutto anche tardivamente. E con la Lega Serie A che al fotofinish ha avanzato la proposta del blocco delle retrocessioni, la stessa che la Lega Pro, già da molto tempo, aveva visto respingersi. La poca unità del sistema calcio può aver inciso sul caos che si è creato? Tutta questa situazione ha dimostrato perché il sistema calcio non funziona, non c’è una logica di sistema e non ci sarà con questa impostazione, dove ognuno guarda solo agli interessi della propria Lega. Chi demonizza la Serie C non capisce che basterebbe poco per renderla più sostenibile, senza per altro la necessità di scimmiottare l’estero. Un tempo anche il nostro sistema dilettantistico, non solo quello professionistico, era stato la nostra forza, c’erano livelli elevati anche nelle province, cosa che all’estero non si vede. Non è quindi necessaria una riforma? Per me la Serie C va benissimo così, ci deve essere solo una redistribuzione delle risorse, perché togliere dei soldi a una parte vuol dire investirli da un’altra, per crescere. Fare degli ibridi, stravolgere le Leghe non va bene, non è un problema di numeri, ma di come il governo distribuisce appunto le risorse. Certo, forse in C andrebbe fatta un pochino di selezione economica, tecnica e infrastrutturale, ma non eccessiva».