Dg Imolese: «Ci muoviamo con un legale per capire se l’obbligo di giocare è giusto»
«Tornare a giocare? Penso che sia un’assurdità pazzesca un’idea che può venire solo a qualcuno che, evidentemente, non ha vissuto in Italia negli ultimi tre mesi. La proprietà vuole salvaguardare non solo gli investimenti fatti ma anche il posto di lavoro di una settantina di persone. Il nostro dottore Luciano Veraldi, però, si è dimesso, in maniera coerente a quanto aveva affermato nel momento in cui era uscito questo protocollo che assegna responsabilità civile e penale ai medici delle squadre. Per attuare il protocollo serve un dottore che lo metta in pratica e che segua la squadra tutti i giorni, non come succede in C, dove i dottori seguono la squadra la domenica per le partite e il martedì per il punto della situazione. Abbiamo chiamato 15 dottori, nessuno ha accettato la proposta perché nessuno vuole assumersi la responsabilità di attuazione di questo protocollo, senza dimenticare che in caso di positività scatta l’isolamento per tutti, dottore compreso. Abbiamo trovato una struttura privata dalla quale attendiamo una risposta positiva per la disponibilità a seguire la squadra con tutti i tamponi necessari, seguendo tempi e modi previsti dal protocollo. Pur ritenendo assurdo quanto ci viene richiesto di fare in questi giorni, noi continueremo a cercare di ottemperare a tutto quello richiesto dal protocollo. La proprietà si sta muovendo anche con un legale per valutare se l’imposizione di tornare a giocare da parte della FIGC sia corretta o meno». Queste le parole del direttore generale dell’Imolese, Marco Montanari, rilasciate ai microfoni di “Il Corriere di Romagna” in merito alla ripresa del campionato di Lega Pro.