Desplanches: «Palermo è fantastica, anche in trasferta sembra sempre di essere in casa»

In un’intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio, Sebastiano Desplanches, giovane portiere del Palermo e promessa del calcio italiano, si racconta tra passato, presente e futuro. Dall’emozione di vincere il Guanto d’Oro come miglior portiere al Mondiale U-20 in Argentina, passando per la formazione al Milan e la gavetta in Serie C, Desplanches ripercorre i momenti più significativi della sua carriera.

Con la maglia del Palermo, il portiere classe 2003 punta a crescere ulteriormente e sogna di riportare i rosanero in Serie A. Allenarsi accanto a leggende come Salvatore Sirigu e lavorare sotto la guida del City Football Group rappresentano per lui opportunità straordinarie per continuare a migliorare.

Tra ricordi indelebili e ambizioni ancora più grandi, Desplanches si racconta con sincerità, determinazione e gratitudine per il percorso che lo ha portato a una delle piazze più prestigiose d’Italia.

Ecco qualche estratto:

«Il City Football Group ci ha messo a disposizione un centro sportivo che per noi è un motivo di orgoglio, allenarci in una struttura del genere, per me che ho avuto anche la possibilità di farlo a Milanello, è una fortuna. La struttura è fantastica».

«Palermo è fantastica, e anche quando giochiamo fuori, sembra sempre di essere in casa. Lo scorso anno a Modena c’erano 4mila persone, sembrava di essere al Barbera e invece eravamo molto più a nord. Sono calorosi, mi dispiace che quest’anno non gli stiamo dando ciò che meriterebbero, ma sono convinto che sia ancora presto e possiamo toglierci grosse soddisfazioni. Vogliamo renderli felici».

«Sogno la Champions con il Milan? Ne ho parlato tempo fa, ma è stata romanzata. Sicuramente sogno di vincerla, è un obiettivo che hanno tutti i bambini. Ma ora non penso a questo. Penso al mio percorso, al fatto che siamo in B e spero di arrivare in A con questa maglia il prima possibile».

«Sosia di Blanco? Ehh, me lo dicono spesso! Non mi hanno mai scambiato per lui ma soprattutto negli scorsi anni era una cosa che mi dicevano molto frequentemente!».