L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul derby di Sicilia mettendo a confronto due amici che domenica saranno rivali.
Amici sempre, avversari per 90 minuti. Luca Calapai incrocerà Jacopo Dall’Oglio in un Catania-Palermo che diventa una sorta di spareggio per orgoglio, senso di appartenenza e supremazia territoriale sportiva. Il capitano rossazzurro sarà forse il solo tra i siciliani in organico a giocare dall’inizio.
Duello senza segreti, Calapai agisce sulla fascia destra per spingere e portare avanti il baricentro della squadra fino a centrocampo, ma anche oltre. Sulla sua strada dovrebbe incrociare anche Dall’Oglio che presidierà la fascia interna della mediana rosanero. I due fino all’anno passato hanno giocato insieme. E hanno condiviso i ritiri della vigilia delle gare con grande intesa al di là del fattore sportivo e professionale. In realtà la loro amicizia è lunga oltre dieci anni. Le origini messinesi di Calapai (Dall’Oglio è di Milazzo) sono solo uno dei punti di contatto che, poi, per due stagioni hanno riunito i due sotto la bandiera rossazzurra. Ma i due in precedenza avevano giocato a Barletta (nel 2012, in C1), incrociandosi nelle sfide tra Modena (squadra in cui Calapai ha militato per tre stagioni, dal 2013 al 2016 in Serie B) e Brescia.
Caratteristiche. Calapai è un generoso, Percorre tutta la fascia per arrivare al cross sotto porta, ma riesce a recuperare la posizione per non far passare gli avversari, con delle diagonali di rientro esibite con i tempi giusti. Il tecnico Baldini lo utilizza sempre e comunque: le 15 gare fin qui disputate le ha sostenute sempre da titolare, saltando solo le sfide contro Juve Stabia e Monterosi per squalifica. Nei pensieri tattici dell’allenatore rossazzurro prevale l’occupazione degli spazi e Calapai in questo senso riesce a spostare gli equilibri del gioco con le progressioni che permetto al Catania di creare pressioni agli avversari.
I derby di Luca La trafila delle giovanili, l’esordio in A con Montella nel 2012, ma nella gara conclusiva contro l’Udinese, il ritorno a Catania in Serie C. Calapai ha vissuto tre fasi importanti della storia moderna rossazzurra. E quando si tratta di preparare la sfida con il Palermo ha sempre affermato: «Ho già affrontato il derby con i rosanero quando giocavo nella Primavera catanese, è una partita che si prepara con le motivazioni che ognuno di noi deve mettere in campo e senza tanti giri di parole. Ricordo di aver visto i derby della Serie A, sempre spettacolari». L’anno passato? Meglio sorvolare, visto che il Catania all’andata fuori casa riuscì a pareggiarla in extremis pur affrontando un Palermo che contava undici elementi appena e una riserva giovanissima, al ritorno al Massimino fu punita da un gol di Santana nonostante il Palermo giocasse in inferiorità numerica.
Rivincita totale Tre sconfitte nelle ultime quattro gare, il Catania deve cancellare il momento no sul campo, senza badare ai pericoli e alle incertezze dettate dagli appuntamenti post derby: il pagamento degli stipendi il 16 dicembre, l’udienza in Procura il 21 con l’obbligo di presentare meno conti in rosso, un piano di ricapitalizzazione e nuovi soci o sponsor che garantiscano una qualche certa continuità che possa coincidere con le esigenze e con le scadenze soprattutto. Ma nella settimana del derby, più che mai, almeno i calciatori e lo staff tecnico pensano soltanto alla gara da affrontare e vincere: «Fino a oggi – le parole che ripete Baldini – siamo riusciti a isolarci da tutto quello che si agita attorno a noi. Siamo uomini di campo e vogliamo continuare a offrire il meglio». E Calapai: «Il rapporto con i tifosi è speciale, ogni partita diventa una questione di appartenenza e di rispetto di fronte al loro sostegno». Il patto di ferro con i tifosi, insomma, si rinnoverà più che mai domenica.
Ci saranno i fischi di uno stadio da sopportare, gli sguardi di tanti vecchi amici da incrociare, nel mezzo un derby che per lui non sarà una gara come le altre. Jacopo Dall’Oglio, domenica, vivrà sicuramente una partita differente. Il suo ritorno da ex al Massimino si preannuncia parecchio tosto. Lì ha lasciato tanti compagni veri, gli ultimi due anni sotto l’Etna non si dimenticano facilmente, tra la scalata verso una Serie B svanita sempre ai playoff e una situazione societaria peggiorata di stagione in stagione. Ci sarà il derby tra Catania e Palermo, ma anche quello di Dall’Oglio, che in quella parte della Sicilia ha vissuto tante emozioni senza dimenticarle. In estate ha chiuso il suo rapporto con i rossoazzurri, non è stato un passaggio indolore, perché trasferirsi nella squadra rivale di sempre non l’ha sottratto alle critiche dei suo vecchi tifosi. Lui ha lasciato, ma senza tante resistenze da parte del club etneo che, in realtà, aveva anche la necessità di alleggerire il monte ingaggi dagli oneri più pesanti. La sua non è stata l’unica partenza, ma è quella che ha fatto più rumore. Perché quando dal Catania si passa al Palermo, o viceversa, è sempre un percorso lastricato dagli attacchi di chi fino a un mese prima ti aveva come proprio beniamino. Ne sanno qualcosa giocatori che prima di lui fecero un cammino analogo: da Lugnan a Cecconi fino ad arrivare a Caserta, giusto per restare in un passato abbastanza recente.
L’addio Dall’Oglio andandosene, scrisse un messaggio alla gente che lo aveva sostenuto negli ultimi due anni. «Andare via non è mai semplice, soprattutto dai luoghi in cui sei stato bene e ti sei sentito a casa. Ma la vita è esattamente questo: dare il massimo, prendere il meglio e tornare a dare ancora di più, sfida dopo sfida – scrisse su Instagram. Ringrazio i tifosi rossoazzurri e tutte le persone con cui ho avuto l’onore di condividere un pezzo di strada. Ora mi aspetta un’altra sfida e sono pronto ad affrontarla allo stesso modo, l’unico che conosco: dando tutto quello che posso». Il tempo abbastanza velocemente lo ha rimesso davanti al suo passato e domenica proverà a batterlo per fare suo un derby che la scorsa stagione non è riuscito a vincere con il Catania.
Derby nel derby e sfida nella sfida contro gli amici con cui aveva legato di più, come Calapai. Dall’Oglio è di Milazzo, il terzino di Messina, quei pochi chilometri di distanza che li avevano uniti adesso suoneranno come derby di provincia. I momenti condivisi a Torre del Grifo con uno spogliatoio che Jacopo ha definito spesso sui social composto da uomini veri, si trasformeranno in un database da mettere a frutto per la vittoria nella partita che vale più della altre. Nemici-amici in un match che sfugge a ogni regola in cui chi è favorito dalla classifica, come il Palermo, può soccombere per mano di chi in questo momento è più in difficoltà come il Catania.
Scommessa Dall’Oglio è uno che non si sottrae alle sfide, anzi ne apprezza il rischio, come quello accettato nel firmare un contratto di un solo anno con il Palermo, lasciando un rapporto che sarebbe scaduto tra due con i rossazzurri. La sua garanzia era Filippi che lo ha voluto e uno staff che conosce bene dai tempi del Brescia, quando l’attuale tecnico era il vice di Boscaglia. Non è da tutti, ma Jacopo, infatti, non è come tutti. Perché ha mezzi tecnici non ancora espressi totalmente. Le sue doti da centrocampista offensivo lo portano spesso a suggerire la giocata vincente e segnare. Sotto porta ancora non si è sbloccato, i cinque gol mesi a segno con il Catania la scorsa stagiona indicano la predisposizione. Chissà che non lo faccia proprio nel suo vecchio stadio. Il dato certo è quello degli assist, tre, l’ultimo, di testa, per l’1-0 di Valente con il Monopoli. Un bel modo di approcciarsi al derby per diventarne protagonista.