Dea Italo-americana: a investitori Usa il 55% del club. Guidano i Percassi, i soci sono legati al fondo Bain Capital

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla situazione societaria dell’Atalanta.

L’Atalanta in orbita Usa: per entrare ancora più stabilmente nel futuro. Si spiega così, dopo una trattativa avviata già un paio di mesi fa che ha avuto un’importante accelerazione negli ultimi venti giorni, la cessione di un pacchetto di quote, che sarebbe del 55%, ad un nucleo di imprenditori statunitensi, con una importante componente italo-americana. Cessione imminente: closing previsto entro la prossima settimana, non si può escludere che avvenga già lunedì. Ma la gestione della società sarà ancora saldamente nelle mani della famiglia Percassi. Agli attuali azionisti di maggioranza, tornati a capo della società quasi 12 anni fa, resterà il 45% del pacchetto: e questa è la prova più eloquente di come l’anima bergamasca sarà ancora prevalente e motivata a progettare un domani sempre più ambizioso. I nuovi soci per primi hanno compreso che il miracolo atalantino non va snaturato.

Chiusura imminente In queste ore decisive i patti di riservatezza (con ingenti penali) hanno imposto un silenzio assoluto sulle cifre della trattativa, ma si può ipotizzare che il deal avvenga sulla base di una valutazione complessiva del club oscillante fra i 400 e i 500 milioni di euro. La rosa di Gasperini ha quotazioni di mercato importanti, ma sono gli asset del centro sportivo di Zingonia e del Gewiss Stadium a far lievitare i termini dell’operazione. Due simboli del legame della famiglia con la città, che non ha però scoraggiato gli acquirenti. Su chi acquisterà il 55% delle quote societarie c’è ancora un velo di mistero, ma vari indizi portano ad almeno tre imprenditori, legati al fondo statunitense Bain Capital, che però investiranno in prima persona nell’acquisizione delle quote dell’Atalanta. Da escludere dunque operazioni speculative da collegare al fondo, anche se gli uomini d’affari si sono avvalsi degli strumenti finanziari della suddetta società d’investimenti. Da questo sono nate le voci (infondate) di un coinvolgimento del fondo KKR, che non a caso ieri pomeriggio, tramite un suo portavoce, ha smentito di aver mai preso in considerazione l’ipotesi di acquistare il club bergamasco. Ai tre investitori, con la costituzione di una società ad hoc , potrebbero unirsi a breve anche altri soci stranieri.

La certezza è quella di una presenza italo-americana: un ruolo importante nella trattativa ha avuto infatti Stephen Pagliuca, co-presidente di Bain Capital, che detiene anche una partecipazione nei Boston Celtics, franchigia Nba dalla proprietà con distribuzione molto frastagliata. Pagliuca, che è stato impegnato anche in politica con i Democratici, acquistò le sue quote dei Celtics proprio da James Pallotta, ex proprietario della Roma: il basket è stato il suo primo amore – lo ha giocato da ragazzo, quando frequentava la Duke University – ma Bain Capital da tempo ha acceso i suoi radar sul mondo del calcio italiano, accarezzando l’idea di un ingresso. Anni fa si era ipotizzata una trattativa di Bain Capital con Massimo Cellino per entrare nel Cagliari e più recentemente il fondo era stato individuato come possibile acquirente dell’Inter dalla famiglia Zhang. Bain Capital è stato anche concorrente di CVC Capital Partners per rilevare il 10% della Lega di Serie A.

La volontà che ha guidato i Percassi in questa trattativa è quella di rinforzare ulteriormente la società, consolidando e alimentando il percorso di crescita avviato in questi anni. Per questo, nell’interesse del club, è previsto che continuino ad averne la piena gestione: la loro permanenza è stata una conditio sine qua non che ha ispirato tutta la trattativa. Antonio resterà presidente, Luca continuerà ad essere l’amministratore delegato ed entrambi saranno ancora gli azionisti di riferimento. Ma soprattutto i garanti dell’identificazione molto speciale fra l’Atalanta, anzi la Dea, e Bergamo: da intendersi, tanto più quando si parla di calcio, come tutto il territorio bergamasco, unito alla squadra da un legame storicamente strettissimo.