Roberto De Zerbi, attuale tecnico del Sassuolo ed ex allenatore rosanero, ha voluto rispondere alle accuse che lo vedevano protagonista insieme al Foggia riguardo alle pressioni di un clan mafioso per l’acquisto di alcuni giocatori. Ecco le parole dell’allenatore bresciano in conferenza stampa pre gara: «Già una volta mi hanno messo in mezzo e ne sono uscito pulito senza se e senza ma, e senza patteggiare, prima con una squalifica di tre mesi e poi con un proscioglimento totale. Anche questa volta ho la coscienza pulita, ma avere la coscienza pulita non mi basta, e non mi piace finire in un tritacarne del genere. Contesto fermamente le sommarie valutazioni, riguardanti la mia persona e la mia professionalità, riportate da organi di Stampa, in merito alle indagini della DDA che hanno determinato gli odierni provvedimenti del GIP di Bari, coinvolgendo anche il Foggia Calcio per il tesseramento di due calciatori. Devo precisare che uno dei due non è stato mai da me allenato, mentre l’altro fu aggregato congiuntamente ad altri ragazzi della squadra Juniores nelle ultime gare del campionato. Nella stagione successiva non fu da me ritenuto idoneo per la prima squadra. Devo anche ribadire nella mia carriera, non ho mai accettato imposizioni da nessuno, neppure dai massimi dirigenti delle società in cui ho militato».