In una lunga intervista alle colonne de “La Repubblica” Alessandra De Stefano, dimessasi nelle scorse settimane da direttore di Rai Sport, ha rilasciato le seguenti parole:
«Credo di essere la prima. Un motivo su tutti: la difficoltà ad accettare che qualcosa non si possa cambiare. In Rai se provi a fare una scelta diversa diventi subito un nemico. A me tentare piace, credo che ogni tanto non sia male percorrere un’altra strada. Può essere sbagliato o giusta, ma è un tentativo. Il problema è che ci sono colleghi che ancora ti dicono: ho fatto uno share. No, non l’hai fatto tu l’ascolto, ma l’evento a cui hai partecipato. E se provi a cambiare un volto c’è chi si sente esiliato, tutti si avvertono fondamentali, la parola ricambio non esiste».
«L’imbarazzo di dover reintegrare Enrico Varriale? Anche quello ha contato. Da donna non me la sentivo. Preciso: c’è un processo in corso per stalking e lesioni personali, una presunzione di innocenza per le accuse e una signora che è finita in ospedale. Varriale è stato sospeso, ma non dallo stipendio e dai benefit. Lui voleva tornare a condurre e si è rivolto a un giudice del lavoro, è una questione delicata, io per la mia posizione avrei dovuto rispondere del danno erariale. Sarei diventata il direttore donna che lo rimetteva in video, in attesa della sentenza del tribunale. Sono stata aggredita perché ero senza voce. Mi attacchi sulla salute? Mi insulti perché sto male? E io rispondo, mi difendo. Ero stanca e nervosa, ho fatto un tweet rabbioso che non ho cancellato. La verità? Avevo un blocco del diaframma, causato dallo stress. Volevo raccontare cosa c’è dietro lo sport ma nel calcio è improponibile. Con l’Italia assente ai Mondali ancora più difficile, ma abbiamo fatto buoni ascolti anche senza materia prima. Ringrazio comunque la Rai per la scelta di tenere i diritti. Detto questo abbiamo un problema di formazione, ho provato a fidelizzare i telecronisti su vari sport, ma gli accessi agli atleti sono difficili, e se non li conosci, se non hai passato del tempo con loro in maniera informale, non potrai mai dire quella cosa in più. Un conto è acquisire informazioni, un altro è averle vissute. Mancano anche i maestri, Paolo Frajese di un mio servizio disse: buono perché ho tolto l’audio e dalle immagini ho capito lo stesso di cosa si trattasse. Dove trovi più uno che perda tempo con te?».