L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” ha intervistato Pietro De Sensi, uno degli ex calciatori del Palermo che ha vissuto l’era post-radiazione del 1987. Ecco alcune delle sue parole: «Sicuramente per i giocatori è un grande stimolo, ma lo sarebbe in qualsiasi categoria. Però credo che troveranno un ambiente un po’ depresso, perché è incredibile che Palermo debba ripartire dalla Serie D. Non è possibile che si ripresentino questi problemi dopo oltre trent’anni. Magari chi stava dentro poteva avere qualche avvisaglia, ma per i tifosi no, specialmente con una squadra che lottava per la Serie A. Non credo ci si potesse attendere una fine del genere, da ex giocatore del Palermo e da tifoso resto incredulo. Una risposta come 32 anni fa? In quel caso, diversamente da quanto credo accadrà stavolta, ci fu un grande entusiasmo perché Palermo era rimasta senza calcio per un anno. Al primo allenamento alla Favorita dopo il ritiro c’era la tribuna piena di gente, un’atmosfera che ci siamo portati dietro per tutto l’anno, a partire dall’amichevole con l’Atletico Mineiro in cui si presentò la squadra. Per una squadra di C2, gli incassi allo stadio erano da Serie B. Contro i brasiliani c’erano trentamila persone allo stadio e altre trentamila fuori… Cosa mi aspetto dalla nuova società? Non ho seguito le ultime vicende, ma ci sono i presupposti per creare una società seria e il Palermo in Serie D deve pensare solo a stravincere il campionato. Le difficoltà ci sono e ci saranno, ma una piazza come Palermo che dalla B si trova alla D, deve trovare al timone gente consapevole di dover fare subito una squadra forte, per la C, tale da avere subito un’intelaiatura giusta per l’anno successivo. Noi in C2 vincemmo a mani basse perché avevamo gente che da tempo giocava in B e in C1, infatti facemmo il vuoto già nel girone d’andata».